In conversation with ANDREA BATILLA
Impossibile riassumere qui il lungo percorso nella moda di Andrea Batilla, dal debutto con Romeo Gigli alla consulenza creativa per alcuni dei brand più noti. Il suo ultimo libro è “Come ti vesti” (Mondadori). Lo incontriamo alla vigilia della Fashion Week milanese, quest’anno in programma dal 19 al 25 settembre.
«Senz’altro il caffè del Grand Hotel et de Milan di via Manzoni, uno degli hotel più prestigiosi della città, costruito nel 1880 e con, al primo piano, la famosa “suite Verdi”, la camera dove è morto Giuseppe Verdi. Il bar di questo hotel, dall’aspetto piacevolmente retro, è sempre molto tranquillo anche se in pieno centro: quando si entra qui si plana in una sorta di dimensione parallela. Antica e anche molto ricca, divertente e malinconica allo stesso tempo. Un altro luogo del cuore, per me, proprio a pochi passi da qui, è la Libreria Armani, una delle prime librerie dedicate alla moda aperte a Milano. E una delle più complete, dove riesco sempre a scovare pubblicazioni rarissime tra saggi e magazine internazionali che in una qualsiasi altra libreria di Milano non potrei trovare. Per chi ama la moda, è un piccolo giardino delle delizie, dove passare minuti molto piacevoli. Infine, Palazzo Morando, in via S. Andrea, sempre in pieno quadrilatero della moda. Il Palazzo è all’interno di una splendida casa nobiliare (la struttura principale è del Cinquecento) e oggi ospita il Museo della moda dove è conservata la collezione di abiti del Castello Sforzesco. E il calendario di mostre organizzate da Palazzo Morando è sempre estremamente interessante. Per me, un luogo che vale la pena scoprire».
«C’è molta eccitazione, perché tra “prime volte”, “ultime volte” e “volte di passaggio” ci saranno un sacco di cose interessanti. A proposito di prime volte, c’è grande curiosità per il debutto di Tom Ford a Milano con la nuova direzione creativa di Peter Hawkings. In generale, comunque, questo è un momento da osservare con grande attenzione perché di trasformazione, di passaggio verso il quiet luxury; dunque, vedremo come i creativi affronteranno il concetto. Questa edizione segnerà un punto di svolta tra quello che c’era prima e quello che ci sarà in futuro».
«Gli occhiali sono uno degli accessori più interessanti e misteriosi perché cambiano la costruzione visiva del viso, il percepito che gli altri hanno di noi. E poi sono oggetti molto precisi, che riportano a contesti storici e culturali precisi. Mentre possiamo essere confusi nel modo di vestirci, quando scegliamo di indossare un occhiale entriamo sempre dentro un film. diventiamo i personaggi di un film. Un’esperienza magica. E gli occhiali sono gli unici accessori che possono regalarla. Anche perché sono gli unici ad avere un contatto così stretto con il nostro corpo».