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Raccontare la storia di un pezzo da collezione, significa entrare nel mondo dell’ispirazione. Tra gli oggetti che potrebbero essere annoverati in un’ipotetica hall of fame di Marcolin, comparirebbe lei, Maria Frida, una creazione pensata e realizzata per un brand italiano dalla forte componente pop ed evocativa – GCDS, il cui acronimo sta per Giuliano Calza Design Studio – che racchiude in sé il potere delle tre www, non come eterei rimandi alla virtualità, bensì come un atto creativo espresso secondo caratteri di singolarità. Maria Frida è tutto questo: weird, wild, wonderful.
Tra le artiste femminili più influenti del XX secolo sotto molteplici aspetti – dalla storia di genere, alla politica, dall’arte alla cultura contemporanea in senso lato –è nata e vissuta nel medesimo luogo, secondo un unico atto d’amore, la creazione di questo pezzo da collezione in casa Marcolin è il frutto della particolare sinfonia che si è creata tra un committente – un brand dalla spiccata propensione a sperimentare – e da un team creativo desideroso di surfare sulle onde dell’ispirazione. Come nasce l’unione tra un’icona moderna e rivoluzionaria e una pianta dal simbolismo altrettanto controcorrente? Il legame si è creato in virtù dell’input creativo fornito da GCDS: ovvero il logo del committente e delle foglioline di marijuana.
250 fiori stampati in serigrafia, dipinti a mano, e, fiore su fiore, sono stati posizionati singolarmente
Nato come oggetto del desiderio, ha sfilato a una passerella importante, in seguito ricreato in prototipia al fine di arricchire l’archivio di Marcolin. Che sia un modello da collezione è l’elaborata geometria dei dettagli a definirlo: l’occhiale, dalla volumetria generosa e dai colori pastello, che fanno eco a forme e colori tipici degli anni 70 del Novecento, è composto da 250 fiori stampati in serigrafia, dipinti a mano, e, fiore su fiore, sono stati posizionati singolarmente, seguendo il filo conduttore che avrebbe creato poi l’effetto visivo da realizzare. A conferire carattere di unicità al pezzo ha contribuito anche la particolare importanza attribuita ai nomi con cui vengono identificati i progetti frutto di questa collaborazione. In questo caso, a unire l’immaginario collettivo legato a Frida Kahlo con la foglia e il suo simbolismo, è stato l’estro creativo di un team, ben consapevole che seppure chiamassimo un fiore con un altro nome di esso ci rimarrebbe il suo profumo, ribelle e rivoluzionario.
Che sia un modello da collezione è l’elaborata geometria dei dettagli a definirlo