Marcolin a Stoccolma

In the capital city of Sweden, stretching along the eastern coast with a scenic landscape that is iconically dotted with 14 islands and over 50 bridges connecting them, the horizon seems to dissolve, its thin line blurring, bridging the waters of Lake Mälaren with the calm ones of the Baltic Sea.

In these North European locations, the month of June perfectly embodies the metamorphosis of the calendar of the “soul”, strictly connected with the awakening of nature. In Stockholm, the dark and long winter months give way to a bright picturesque landscape, which unwaveringly sheds its light onto every corner of the city. Oblivious to the night, its gentle touch caresses a landscape that conveys femininity, starting with the element that enlivens it the most: water. In the City Hall, as a sign of rebirth, where myth blends together with folklore in the celebration and worship of the summer solstice, of trees and female deities, Max Mara presented the Resort 24 collection, whose lines and patterns clearly nod to the Scandinavian land.

Marcolin flew to Stockholm to see the city’s spirit through the eyes of one of its many talents, Lisa Olsson, a big devotee of the Max Mara brand.

The meeting with Lisa, Founder and Jewellery Designer of Nootka, takes place in her boutique, located in the vibrant Norrmalm district, among the neoclassical buildings of an area that is dotted with cafés and Swedish design and fashion corner stores. Nature, an essential element for any city resident, takes the form of the Kungsträdgården Park, with its lush trees and pathways winding through an enchanted fairytale-like landscape. As soon as you step into her atelier, the bright June sunlight becomes one with the shade of coral that dominates the walls and the overall atmosphere of the place. «I longed for the warmth of summer all year long. This color was the best choice», Lisa points out, and then starts telling us her adventure as a designer from the very beginning. «I was born in Malmö but I’ve lived in Stockholm for about nine years now».

I love the fact that it’s a big city with a sustainable approach: you can walk or ride a bike anywhere. Then there’s the water element that makes it unique.

The designer’s love for the capital city also resonates through her words.

«I love the fact that it’s a big city with a sustainable approach: you can walk or ride a bike anywhere. Then there’s the water element that makes it unique». Lisa, like any Swede, celebrates summer in the outdoors. «The long months of darkness push us to celebrate the summer season in the parks. Any time is a good time to slow down and enjoy the sunlight» she adds, «the islands are another unique element of the capital city, from which you can admire epic scenery at a short distance from the city». Living in harmony with nature is a recurring theme in Lisa’s words. This concept also takes shape in her jewelry creations, where she gives a new life to silver, the only element used by her brand. «Every piece is handcrafted and produced in Stockholm» she says. She relies on the most skilled artisans in town, who are selected for each and every collection. Hers is an identity that is just as feminine as it is rigorously Made in Sweden. It reveals itself in the classic elegance of a little museum, one of her favorite in town, where she takes us to admire its geometries and magnificent location.

The Carl Eldh Museum has turned the atelier of the greatest Swedish sculptor of the 20th century into a meeting place for passionate enthusiasts of hidden wonders.

«I like it because it is small and because it combines art with nature». Her enthusiasm for Swedish traditions does not only engage sight, but also taste. So, as she moves along the tree-lined boulevards downtown, the sun shedding its light onto her cat-eye sunglasses, walking towards one of her favorite cafés – Pascal Caffè, that she guarantees is the best place to enjoy the Swedish custom of Fika in Stockholm – clad in her total black silhouette, for a moment she gives the illusion of being in Paris. But that’s another story.

Guess Festival Collection!

Ogni anno l’arrivo della bella stagione è celebrata, neanche a dirlo, a suon di musica.

Tra gli eventi più attesi che le rendono omaggio, ci sono i festival, che già a partire dal mese di aprile si susseguono nelle cornici più suggestive e più o meno note d’Europa, suscitando un rinnovato slancio in un contesto post pandemico che da quest’anno ha ritrovato un seguito senza precedenti in termini di partecipazione. I mesi di maggio e giugno fanno da volano agli innumerevoli sound e suggestioni dai paesi più diversi, al punto che per districarsi nell’onda lunga dei festival si può solo cavalcarla sfrondando l’offerta e selezionando per generi. Così partendo dalla dorsale del Nord Europa, i quattro giorni del Bergenfest, in Norvegia uniscono, in un sapiente mix, sound nordici e rock internazionale arricchiti dalle note meno usuali del country americano. I festival non sono solo musica, sono anche eventi in grado di diventare un tutt’uno con paesaggi straordinari grazie al potere del suono. Così dal grande nord fino agli avamposti a sud del Mediterraneo il fascino delle performance live non conosce eguali: dall’indie rock, fino all’elettronica, passando per il jazz e il pop. Dalla Cornovaglia, all’interno dell’Eden Project, un paradiso ricavato da un’ex cava di kaolinite al cui interno sono custodite due delle più grandi biosfere del mondo, fino al festival del jazz ad Atene, nella straordinaria cornice post-industriale di Technopolis.  

Anche il Primavera Sound di Barcellona, uno dei festival più amati dai cultori della musica indie rock, quest’anno seguito anche in streaming, ha regalato performance, a bordo mare, alla stregua di accadimenti emotivi.

Poteva Guess, brand giovane e ammaliante, amante della fiesta, non tributare allo spirito della musica e dei Rainbow Color Festival una collezione dedicata?

La Festival Collection di Guess è tutto questo e ancora di più.

Un viaggio alchemico che trasforma le sonorità in montature geometriche e avvolgenti, e i decibel nei colori vivaci e brillanti dei mesi estivi. Proprio a Barcellona, nel suo flag store nel quartiere più chic della città, Guess ha presentato la sua Festival Collection, con la complicità di Elisa Maino e altre ospiti invitate a celebrare la giornata 

Look e location mi ricordano Runaway di Aurora. Questo pezzo mi trasmette un bellissimo senso di pace. Il luogo e l’outfit romantico abbinati all’occhiale dalla silhouette femminile creano un radioso effetto di luce sul mio viso.

Il potere della memoria viaggia su note musicali.

“Ricordo che quando avevo circa 14 anni indossavo sempre vestitini floreali e occhiali appariscenti dalla montatura importante. Ascoltavo tantissimo i One Direction”, ricorda Elisa.

Questo abbinamento fa da specchio alle ore trascorse ad ascoltare le loro canzoni insieme alle mie amiche durante le giornate al lago dove abitavo quando ero più piccola.

Con questo spirito mixare occhiali e ispirazioni sonore si è rivelato un gioco in grado di creare suggestioni dalla forte personalità. Fino al prossimo Festival.

Barton Perreira

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La manifattura artigianale è il vostro fiore all’occhiello. Come siete arrivati a scegliere il Giappone per la vostra produzione?

Bill Barton. Crediamo fermamente che il Giappone sia la patria dei migliori produttori di occhiali al mondo. Il rapporto che abbiamo instaurato con i nostri artigiani in Giappone dura da oltre 30 anni. Il livello di comprensione e di comunicazione su cui possiamo contare in questa collaborazione è eccezionalmente alto. Si tratta di una vera rarità nel nostro settore. Il fondamento che sta alla base  del nostro design è un forte impegno per l’artigianalità. Le nostre montature sono il risultato di un processo produttivo meticolosamente realizzato a mano in fabbriche giapponesi, la cui eredità nel saper fare è un patrimonio multigenerazionale. Collaborando a stretto contatto con gli artigiani giapponesi, possiamo attingere al loro ricco patrimonio per creare i migliori occhiali in tutto il mondo. In Giappone, la minuziosa attenzione ai dettagli è fondamentale per assicurare ad ogni paio di occhiali la perfetta vestibilità. Ogni singolo elemento deve essere eseguito con precisione. Il prodotto finale, poi, così rifinito, emana una sorta di matrice distintiva: è l’aura di un prodotto luxury. È questo approccio al nostro processo di creazione a distinguerci da tutti gli altri marchi.

 

Le nostre montature sono il risultato di un processo produttivo meticolosamente realizzato a mano in fabbriche giapponesi, la cui eredità nel saper fare è un patrimonio multigenerazionale.
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In termini di codici di stile, come si traducono due aggettivi a voi molto cari: istintivo e senza compromessi?

Patty Perreira. Il mio processo creativo è fortemente istintivo. Scelgo consapevolmente di non aderire alle tendenze del momento. L’ispirazione per i miei progetti nasce da suggestioni diverse: dalle forme ai colori, fino a tecnologie specifiche. A volte è persino uno stato d’animo a influenzarmi. Incorporo forme fluide, composizioni dinamiche ed elementi inaspettati nelle mie creazioni, ma facendo ben attenzione alle proporzioni del viso. È fondamentale assicurarsi che il prodotto finale si adatti perfettamente al volto di chi lo indossa. Essendo una creativa prettamente visiva, trovo ispirazione in quasi tutto ciò che incontro. Quando creiamo e sviluppiamo progetti, siamo intransigenti su aspetti come qualità, artigianalità, funzionalità ed estetica. I nostri artigiani giapponesi sono consapevoli della nostra visione e dell’alto livello di qualità a cui aspiriamo, dai materiali che utilizziamo alla costruzione di ogni montatura.

 

Scelgo consapevolmente di non aderire alle tendenze del momento. L’ispirazione per i miei progetti nasce da suggestioni diverse: dalle forme ai colori, fino a tecnologie specifiche. A volte è persino uno stato d’animo a influenzarmi.
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Verso quali orizzonti punta la vostra ricerca in termini di materiali innovativi?

Patty Perreira. Lavoriamo ogni giorno con i nostri artigiani giapponesi per esplorare nuovi materiali. Gli obiettivi che perseguiamo puntano a una maggiore durata nel tempo, alla leggerezza e alla flessibilità dei materiali al fine di ottenere la massima vestibilità. Il nostro scopo, in generale, è andare oltre i confini dei materiali tradizionali ed esplorare nuovi modi per migliorare le nostre collezioni. Grazie all’attività di ricerca e alle collaborazioni che attiviamo, ci sforziamo di introdurre materiali innovativi che offrano soluzioni sostenibili, unite ad alte prestazioni, tecnologicamente avanzate, in fatto di design.

 

Emilio Fulgione

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Il Progetto sulla Tracciabilità, di cui lei ha seguito il lancio, è un importante step che coinvolge la supply chain. Di cosa si tratta?

La sostenibilità è uno dei pilastri della storia di Marcolin: a questo tema impegniamo ogni area dell’azienda, partendo dal prodotto e coinvolgendo l’intera value chain. Il risultato di questo ingaggio, in termini di prodotto per esempio, ha portato l’azienda, la prima nel settore eyewear – tra i produttori – a ottenere la certificazione ISO 13485:2016, che regola a livello internazionale i sistemi di gestione qualità nel settore dei dispositivi medici. Requisito di grande importanza per questo riconoscimento è stato il “Progetto di Tracciabilità” in cui l’azienda è impegnata da tempo, supportando il monitoraggio continuo nella catena di fornitura degli occhiali immessi sul mercato.  Il progetto prevede che tutte le montature da sole e da vista realizzate da Marcolin riportino un numero seriale laserato sull’asta (indicato anche sull’etichettatura di ogni prodotto, insieme alla data di fabbricazione), così da consentire all’Azienda la tracciabilità delle montature dalla produzione alla distribuzione.

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In quali termini la tracciabilità influisce sulla sostenibilità delle risorse, naturali e umane?

Certificazione e Progetto di Tracciabilità si inseriscono all’interno di un più ampio piano ESG sviluppato dall’Azienda che ha proprio nella sostenibilità – economica, sociale e ambientale – uno dei fondamenti della propria strategia di sviluppo. Abbracciamo l’attenzione per l’ambiente, per le persone e per una governance aziendale efficace e moderna, per raggiungere quei 17 obiettivi SDG [Sustainable Development Goals, N.d.r] posti dalle Nazioni Unite nel 2015. Un impegno per tutti noi, che chiediamo venga condiviso anche dai nostri partner e fornitori, in una visione di responsabilità sociale collettiva.

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Qual è il segreto di una supply chain efficiente e sostenibile, e su quali fattori investirà Marcolin in futuro?

Marcolin persegue nell’impegno investendo: attraverso progetti di ricerca e sviluppo di nuovi materiali sostenibili, tanto per i prodotti quanto per il packaging. Poi ci sono le attività di monitoraggio e controllo della qualità, della sicurezza dei prodotti lungo tutte le fasi della catena del valore. Ma andiamo anche oltre a questo, facendo attività di qualificazione e selezione dei nostri fornitori, stilando un’analisi continua e di valutazione dei rischi. L’attenzione all’ambiente coinvolge anche il nostro sito produttivo, il cui sistema di gestione ambientale è certificato secondo la ISO 14001. Sono i riconoscimenti ottenuti che ci spingono a proseguire in questo percorso: siamo impegnati costantemente nello studio e sviluppo di progetti di efficientamento energetico e di riduzione degli scarti. Senza dimenticare l’importanza della sicurezza degli ambienti in cui sono presenti gli impianti produttivi. Garantire alle nostre risorse ambienti salubri e sicuri, rappresenta un altro valore imprescindibile per l’azienda.

Timberland e gli Earthkeepers®

Quarantanove anni fa, il 5 giugno 1974, si celebrava la prima giornata mondiale dell’ambiente.

Istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1972, allo scopo di tracciare un Programma di politiche ambientali, l’iniziativa ha raccolto nel corso del tempo l’adesione di oltre 100 paesi a sostegno di una campagna di sensibilizzazione che fa sentire la propria voce ogni anno, il giorno 5 del mese di giugno. In un crescendo, la comunità internazionale, sempre più nutrita e coesa, si è di volta in volta occupata di un focus diverso: l’edizione del 2023, ospitata in Costa d’Avorio, in partnership con i Paesi Bassi, si concentra su un tema di scottante attualità in fatto di inquinamento ambientale e ricorda quanto le azioni dei singoli individui siano fondamentali nel contrasto all’utilizzo della plastica nella vita di tutti i giorni. Lo slogan scelto per accompagnare la campagna si annuncia già virale: #Beatplasticpollution. A questo slogan e alle azioni che puntano a un impegno concreto a tutela dell’ambiente si unisce anche Marcolin, dando voce a uno dei suoi top brand tra i più innovativi sulla scena.

Questa è la storia di Timberland, il cui sentiero intrapreso ha portato l’azienda ad essere leader mondiale nella progettazione e commercializzazione di calzature di qualità premium, abbigliamento e accessori per coloro che amano la vita outdoor.

Timberland realizza prodotti impegnandosi ad apportare il suo contributo per affrontare le sfide ambientali e minimizzare l’impatto sul pianeta. È in questo contesto che il marchio ha sposato una forma di design squisitamente responsabile e dato vita a una collezione eyewear che intreccia materiali ad alto tasso valoriale e il bene comune: perché mai come oggi è tempo degli Earthkeepers®! La filosofia che sta alla base di questa collezione è semplice e pulita, promuovendo l’impegno a proteggere l’ambiente attraverso prodotti responsabili.

Con questa chiara visione nascono i due nuovi modelli Earthkeepers® della primavera 2023.

Occhiali da sole e da vista, dal design esclusivo e responsabile, realizzati con il 50% di plastica a base biologica. Come si traduce tutto questo in fatto di stile? In occhiali in acetato bio-based, costituito da fibre di legno e di cotone o di originale vegetale, pensati per gli amanti delle attività outdoor o per vivere la realtà quotidiana di scenari urbani. La ricercatezza sta nel dettaglio: nelle montature, impreziosite da inserti in metallo e gomma, e nel sapiente uso del colore, come per esempio nella collezione da sole dalle lenti polarizzate, il cui trattamento antiriflesso favorisce la percezione e, al contempo, la protezione da potenziali raggi dannosi. Che si tratti della classica montatura da vista squadrata, o della versione da sole dallo spirito casual, il valore sta tanto nel dettaglio quanto nella dimensione che incarnano: la filosofia degli Earthkeepers®.

Yanis Serbout

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Quali sono i rituali della tua colazione e che look abbini a questo momento?

Mi piace indossare outfit super comodi per la colazione, senza per questo rinunciare alla ricercatezza dei dettagli: per non sbagliare opto per una camicia di lino, bianca o nei toni più neutri. Sin dal mattino mi piace essere operativo e ho voglia di mettermi al lavoro, quindi la mia daily routine passa dal controllo delle mail. Una volta finito lo smaltimento della posta, non c’è niente di meglio di un risveglio anche muscolare e mi piace prendermi del tempo prezioso per fare due passi.  

Per esplorare e perdermi nelle atmosfere del luogo e dei suoi vicoli scelgo qualcosa di informale. Punto su un outfit semplice, da rendere ricercato con l’accessorio luxury e chic, come un bell’occhiale da sole.
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Il pomeriggio è dedicato alla città. Cosa indossi per esplorare i suoi vicoli e fare tappa in una delle sue gallerie d’arte?

Per esplorare e perdermi nelle atmosfere del luogo e dei suoi vicoli scelgo qualcosa di informale, un paio di bermuda chiari, da abbinare a un sopra casual, tono su tono. Punto su un outfit semplice, adatto per passeggiare, calzando dei sandali, ma che sia facile da rendere ricercato con l’accessorio luxury e chic, come un bell’occhiale da sole. Un dettaglio che mi regala lo stile giusto che mi consente di accedere ovunque. Anche nelle gallerie d’arte.

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Cocktail time. Dalle note profumate di un drink si passa alle note sensoriali di Sorrento. Quale look scegli per essere chic?

Dal tramonto in poi ci si rilassa. La lunga giornata di lavoro su e giù lungo la costa è alle spalle. Riprendo fiato davanti ai colori più vivi del cielo. Per la sera prediligo look sui toni del nero. Non soltanto perché il nero è il colore per eccellenza dello stile, ma anche perché è sempre una buona opzione. Anche a Sorrento.

Guglielmo Miani

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Tra le sue passioni quella per la velocità sembra produrre un particolare rombo. Come e quando è scoccata la scintilla?

La passione per la velocità è nata quando ero bambino. Ho avuto un padrino speciale la cui passione gli è valsa il titolo di tre volte campione del mondo Offshore. Era un grande collezionista d’auto. È stato lui ad avermi trasmesso la febbre per la velocità. Non a caso all’edizione 2023 del FuoriConcorso hanno partecipato le auto più rappresentative dell’aerodinamicità, che studia l’interazione tra il moto dell’auto e l’aria [ndr].

La passione per la velocità è nata da bambino, grazie a un padrino speciale la cui passione gli è valsa il titolo di tre volte campione nel mondo Offshore.
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A proposito di codici di stile. Quali sono i tre accessori imprescindibili per un gentleman alla guida?

Senza alcun dubbio un paio di guanti sportivi, un kit per gli attrezzi per ogni evenienza, e, naturalmente, un paio di occhiali da sole.

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WEB EYEWEAR è il brand di casa Marcolin dal carattere dinamico e contemporaneo. Perché le piace indossarli?

In realtà questo modello è perfetto per me, un mix tra silhouette agile e comfort che mi permette di sentirmi a mio agio in ogni situazione. Inoltre mi scherma alla perfezione, grazie alle lenti scure.

Passione italiana 

Marcolin e FuoriConcorso: due storie di passione

È il 1961 quando nasce Marcolin nella valle che sarebbe diventata il più grande distretto al mondo dell’eyewear. Una nascita dettata dalla passione del suo fondatore, Giovanni Marcolin, che sognava in grande e che riuscì a trasformare una piccola fabbrica artigiana nella multinazionale che è oggi. Questa è una tipica storia di passione di cui l’Italia è piena, così come quella che ha dato origine a FuoriConcorso 

Il design come motore creativo

Come per la Design Week milanese esiste il Fuorisalone, sulle rive del Lago di Como, dal 2019 c’è FuoriConcorso: un evento che ogni anno si svolge durante il weekend della kermesse di auto storiche più importante al mondo, il Concorso di Villa d’Este. Creato da Guglielmo Miani, patron del fashion brand Larusmiani e grande appassionato di motori, FuoriConcorso si articola nei giardini di Villa del Grumello, Villa Sucota e Villa Olmo, residenze storiche affacciate sul Lago di Como e tra loro collegate da un percorso botanico, paesaggistico e culturale, il “Chilometro della Conoscenza”. Un evento che per due giorni vede popolarsi le ville di auto storiche e pezzi unici di valore inestimabile, fotografi e creator, giornalisti, appassionati e collezionisti da tutto il mondo. Ad essere celebrate non solo le auto, ma anche il lifestyle italiano, la cultura del bello e l’eccellenza manifatturiera, attraverso la scelta di partner dagli stessi valori identitari.  

Performance e stile a confronto

Da due anni Marcolin è legata a questa manifestazione a doppio filo, sia per i valori che connotano un certo touch italiano di artigianalità, sia per il design che accomuna auto storiche bellissime allo stile aerodinamico delle montature di casa. Performance e stile, quindi, sono state le parole chiave che nel weekend del 20 e 21 maggio hanno accompagnato gli ospiti in un percorso immersivo nella realtà manifatturiera di Marcolin, con un corner dedicato al suo brand di proprietà, WEB EYEWEAR. In questo contento è stata presentata la nuova capsule collection creata in collaborazione con Alfa Romeo F1® Team, con cui Marcolin ha siglato un accordo di partnership pluriennale nel 2022, ma non sono mancati i modelli iconici della collezione spring-summer 2023 che ben si sposavano con le curve dei bolidi da collezione presenti a Villa del Grumello. Non solo percorso espositivo, ma anche intrattenimento: la presenza di un simulatore di gara ha completato l’esperienza degli ospiti di FuoriConcorso, che nella sala Marcolin hanno avuto la possibilità di mettersi al volante di una monoposto e guidare a velocità adrenaliniche su un circuito di F1.  

Arrivederci alla prossima edizione! 

Marcolin a Sorrento

Sorrento, come una stella, illumina l’ultimo quarto di quella penisola – estremo lembo della Campania, proteso sul mare, a cui conferisce il nome

Merito del suo potere incantatore, secondo il mito, che l’ha consacrata regina di una terra un tempo dimora di leggendarie sirene. Come naviganti, attratti dalla bellezza di questa costa, in quella cornice che si specchia sul Golfo di Napoli, Around the World, la rubrica di Marcolin che esplora il mondo dal punto di vista dell’occhiale, approda su questo scorcio d’Italia, con Aya, meglio nota come Milanpyramid, tra le content creator più influenti classe 1996 impegnata a dare voce a una generazione di giovani donne altrimenti scarsamente rappresentate nella loro identità.

Aya, nata in Egitto ma cresciuta a Milano, è l’emblema di un melting pot culturale

Ha trovato principalmente nella moda un argomento attraverso cui raccontare la sua esperienza di giovane donna musulmana in Italia. In virtù del suo gusto, che punta dritto a ispirazioni vintage, l’incontro nel capoluogo della Penisola Sorrentina, a picco sulla costa a 50 metri sul livello del mare, avviene grazie alla complicità di un mood board dallo stile inconfutabilmente italiano. «Tutto il mondo conosce la magnificente bellezza della costiera amalfitana ma non sono in molti ad aver visto Sorrento. È un piccolo tesoro», dice Aya

Il modo migliore per terminare la giornata è rilassarsi in spiaggia durante l’ora del tramonto

Con queste forme geometriche e avvolgenti, dalla versatilità dei materiali – dal bold dell’acetato fino alla leggera montatura in metallo che profuma d’audacia grazie alle aste tubolari, ci si immerge nelle atmosfere di Sorrento dal mattino fino a sera.

Che ci si avventuri tra le viuzze del centro che ruotano intorno a Piazza Tasso, il salotto all’aperto della città, con i suoi caffè e le sue sedute retrò – l’ideale per una sosta obbligata dall’inconfondibile gusto della bevanda a base di limoni di questa terra, c’è sempre spazio per sorprendersi. Tra le mura dei luoghi deputati allo spirito – il Chiostro di San Francesco ne è l’emblema a tinte calde, così come tra i banchi del mercato rionale per fare il pieno dei suoi frutti. Il punto fermo, oltre il mare del paesaggio, è dato dal verde dei suoi parchi. A Villa Fiorentino, prezioso esempio di Liberty italiano, si nasconde, oltre i giardini di rose e camelie impreziosite dalle note olfattive imperanti di un agrumeto, una costruzione colonica, un tempo dimora del custode della struttura, al cui interno sono conservati affreschi dall’origine misteriosa.

Tutto il mondo conosce la magnificente bellezza della costiera amalfitana ma non sono in molti ad aver visto Sorrento. È un piccolo tesoro

Esistono molti modi per proseguire la giornata a Sorrento.

Ma tra tutti Aya ne suggerisce uno dal sapore intramontabile. «Il modo migliore per terminare la giornata è rilassarsi in spiaggia durante l’ora del tramonto» conclude. E la spiaggia privata all’interno del Maya Beach Resort di Massa Lubrense, lungo quel tratto di mare abitato dalle leggendarie sirene, è lo scenario ideale per lasciarsi incantare dal richiamo delle onde, con il volto protetto da lenti, generosamente oversize, a fare da talismano.

Ispirazione Bauhaus

Quali impulsi si nascondono dietro la nascita di una forma e di un colore?

Elisa Lovatello, Senior Creative Designer & Cool Hunter di Marcolin, sfata subito un luogo comune. «Non esiste una routine creativa per un designer» precisa Elisa. «È proprio questo a renderlo il lavoro più bello del mondo» continua. L’inizio di questa avventura si snoda lungo un percorso la cui meta è la costruzione di una storia, solida ma emozionale – come quella che si crea attraverso un occhiale – che si nutre, e cresce, grazie a dei bisogni, latenti o espliciti. Per un creativo muoversi nel mondo dei desideri ed esaudirli, significa intercettare, attraverso l’intuizione, le necessità delle persone. La ricerca, a questo punto, è l’imprescindibile raggio di azione che permette al creativo di misurarsi con la variabile più importante nello sviluppo di un’idea: il momento storico in cui le persone vivono e si muovono. Ci sono testi che hanno affrontato già in tempi non sospetti la fresca attualità di un metodo di ricerca simile, che annoveravano determinanti, per identificare il complesso di una civiltà, fattori a lungo trascurati dagli storici tradizionali: Johan Huizinga, celebre storico olandese, già nei primi anni 30 del Novecento rivendicava attenzione ai sogni, alle illusioni, alle paure e persino alle sensibilità ai colori per definire i caratteri di un’epoca.  

Questi aspetti segnano la meglio conosciuta storia delle mentalità, che, a maggior ragione, fa i conti con gli scenari che condizionano la vita di tutti i giorni

«Nel periodo successivo al lockdown, abbiamo registrato un cambiamento drastico nei bisogni delle persone» racconta Elisa. «La ricerca del benessere, fisico ed emotivo, risultava elemento imprescindibile, in un momento che ha visto un rinnovato slancio nell’utilizzo delle tecnologie». Se comunicare e continuare le proprie attività da casa in smart working si sono rivelati atti di resilienza, nell’ambito del gusto e dell’estetica si sono tradotti in canoni che richiamano l’essenza del movimento della Bauhaus, ufficialmente istituito in Germania nel 1919, che diede voce alla ribellione attribuendo funzionalismo all’arte e ai mestieri.

Ovali e rettangoli come manifestazione di una realtà emozionale solida e rasserenante, nell’esercizio di un’estetica che esalta il valore della naturalezza di un volto

Nel contesto post pandemico i bisogni delle persone si sono equamente divisi tra benessere e funzionalità della tecnologia, posta a servizio della società

«A livello estetico, questo trend, definito dal bisogno di protezione e dalla ricerca di stabilità delle persone, in un momento storico così delicato, si è tradotto, così come per la scuola della Bauhaus, a un ritorno a forme geometriche e colori primari». Tracce di queste influenze, che dal Novecento continuano a intrecciarsi con lo stile del nostro tempo – e per quello a venire, secondo gli esperti del settore – sono presenti nelle nuove collezioni Marcolin e raccontano un mondo fatto di volumetrie abbondanti, forme dalle maschere avvolgenti e trasparenti, a rievocare tensione verso un bisogno di protezione, rappresentato attraverso colori molto forti e fluo, come il giallo e l’arancione. E se per certi accessori, come nelle scarpe per esempio, si è visto il ritorno in passerella dei tacchi quadrati, simbolo di stabilità per eccellenza, sul viso certe forme si sono rivelate più funzionali di altre per ricreare lo stesso scopo. Ovali e rettangoli come manifestazione di una realtà emozionale solida e rasserenante, nell’esercizio di un’estetica che non altera bensì esalta il valore della naturalezza di un volto.