Francesca Valan

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È dimostrato che le preferenze cromatiche seguono dei cicli: il colore che oggi amiamo domani ci stancherà. Come scegliere un occhiale “longlife”?

«Dal Covid in poi siamo diventati tutti più attenti, c’è una diffusa sensibilità cromatica e sono anche cambiati molto i parametri di scelta. Quando si parla di colori, la vera tendenza oggi è non avere tendenze: tutti, aziende e persone, siamo istintivamente alla ricerca di colori iconici, destinati a durare nel tempo.  E che tengano conto anche di una dimensione multisensoriale, per esempio del profumo associato a un materiale e a un colore. Nel caso di un paio di occhiali, questo si traduce nella forma, nel materiale (lucido, naturale, opaco) e il colore (più o meno saturo) che ci rappresentano ed esprimono la nostra personalità. Che siano neri, colorati, piccoli o maxi. Poi, però, è bene concedersi una via d’uscita».

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Un paio di occhiali non basta?

«No, ne servono almeno di due tipi: quelli di lunga durata, sui quali magari investire molto, e quelli che soddisfano il nostro bisogno di cambiare. Che sia per una sera, un’occasione speciale o una vacanza. Perché di una montatura rossa indossata tutti i giorni è sicuro che ti stancherai, ma se impari a dosarla -come fosse una spezia in un piatto- allora diventa un’elegante sottolineatura della tua personalità».

“quando si parla di un accessorio come un occhiale anche i materiali contano molto”
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Una montatura è anche fatta di materiali diversi: questo incide sulla scelta del colore?

«Secondo le regole dell’armocromia, ci donano di più i colori in armonia con i nostri pigmenti naturali, quelli della pelle, dei capelli e degli occhi. La cosa interessante è che, con la mente sgombra da condizionamenti, chiunque saprebbe istintivamente orientarsi verso queste tinte. Poi, però, quando si parla di un accessorio come gli occhiali contano anche i materiali: quanti sono, come riflettono la luce, se ci sono dettagli-gioiello e così via. Dunque, il consiglio finale è solo uno: il tipo monocromatico ma polimaterico potrà giocare con un occhiale colorato ma mono materico. Al contrario, ci ama i colori accesi starà meglio con una montatura monocroma ma impreziosita da dettagli e inserti particolari».

ic! berlin e Bibhu Mohapatra

Il giusto mix

Moderni e tradizionali, maschili e femminili, dalle tonalità neutre con inserti vibranti: Bibhu Mohapatra è lo stilista d’alta moda più conosciuto e amato al mondo (anche da celeb come Michelle Obama, Jennifer Lopez o Hilary Swank) per il suo talento unico nel mescolare gli opposti, tra design indiano, maniacale cura artigianale e modernità occidentale. Non stupisce dunque che, durante la New York Fashion Week, Mohapatra abbia voluto debuttare anche nell’eyewear. Né che lo abbia fatto insieme all’innovativo brand tedesco ic! berlin, da poco entrato nel portfolio Marcolin.

 

“ogni montatura di questa capsule sembra il risultato di un cocktail tra arte e ingegneria”

Affinità elettive

Tra dettagli preziosi e minimalismo tedesco, ogni montatura di questa capsule sembra il risultato di un cocktail tra arte e ingegneria: ogni modello riesce a parlare della bellezza effimera dell’alta moda all’interno della cornice di concreta sobrietà di ic! berlin, il brand di eyewear conosciuto in tutto il mondo per il particolare design delle cerniere senza viti e l’uso del titanio leggero.  Ma è una sintonia che non nasce per caso: il padre di Bibhu Mohapatra, ingegnere meccanico in India, nella sua carriera ha collaborato con diverse aziende tedesche. E oggi, a distanza di decenni, questa nuova collaborazione con Berlino per lo stilista 50enne rappresenta un ponte simbolico tra il passato famigliare e il presente professionale.

“C’è molto oriente (e decisamente molta varietà) nella capsule collection firmata da Bibhu Mohapatra per ic! berlin”.

La collezione

Grandi a mascherina, piccoli e geometrici, colorati, leggerissimi e trasparenti, preziosi come un pizzo, con tonalità brillanti e smaltate oppure delicatamente sfumate. C’è molto oriente (e decisamente molta varietà) nella capsule collection firmata da Bibhu Mohapatra per ic! berlin. Dove un gusto estetico preciso si mescola in modo elegante alle linee minimaliste e al design rigoroso che da sempre contraddistinguono gli occhiali del brand berlinese. Insomma, una collezione che, nel suo piccolo, riesce a raccontare la storia (felice) di un incontro.

8 marzo: Marcolin ottiene la Certificazione sulla Parità di Genere

Soluzioni concrete

Smart working e flessibilità degli orari di lavoro, introduzione di una sessione dedicata alla leadership al femminile all’interno dell’Academy aziendale per formare i futuri manager, sostegno psicologico per tutti con particolare attenzione alle neomamme, convenzioni con gli asili nido. Sono solo alcune delle soluzioni concrete, proprio quelle di cui hanno bisogno le donne, che quest’anno hanno fatto meritare a Marcolin la Certificazione sulla Parità di Genere. Un riconoscimento importante, rilasciato dagli organismi di certificazione accreditati presso Accredia, che arriva dopo un percorso avviato da Marcolin alcuni anni fa a favore di nuove politiche inclusive e di welfare aziendale. E che ha preso in esame le sei aree che contraddistinguono un’organizzazione inclusiva e rispettosa della parità: cultura e strategia, governance, processi Human Resources, opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda, equità remunerativa per genere, tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

 

Più donne ai vertici

«Il nostro è un percorso che parte da lontano, in cui diversità, equità e inclusione sono considerate leve strategiche per lo sviluppo aziendale e la promozione di una cultura equa e rispettosa delle differenze di genere» ha dichiarato Sabrina Paulon, HR Director di Marcolin Group. Perché oggi alle donne non servono soltanto soluzioni che permettano di conciliare meglio vita e lavoro, figli e impegni professionali, ma anche reali opportunità di spazio, visibilità e carriera. Le stesse dei loro colleghi maschi. Un tema che sta particolarmente a cuore a questa azienda da molti anni visto che, secondo i dati di ottobre 2023, il 62% dei dipendenti di Marcolin Group è costituito da donne e, tra loro, il 40% occupa posizioni manageriali mentre il 50% ha un ruolo dirigenziale.

“diversità, equità e inclusione sono considerate leve strategiche per lo sviluppo aziendale”

Appuntamento al 2025

Questo riconoscimento (che ha validità triennale ed è soggetto a un monitoraggio annuale) non deve essere considerato però un punto d’arrivo, né rallentare il percorso compiuto finora. Ecco perché l’ente certificatore, in questa sua valutazione, ha tenuto conto anche del piano strategico che impegnerà Marcolin da qui fino al 2025. Un piano articolato, che vedrà momenti di formazione sul tema, nuovi supporti alla genitorialità e al work-life balance insieme a iniziative per promuovere l’equità nei processi di selezione e nello sviluppo di carriera. E che attende solo di essere portato avanti con impegno per raggiungere un obiettivo ambizioso quanto importante, soprattutto nel nostro Paese: raggiungere una piena parità di genere.

 

 

Antonio Jové

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Un portfolio bilanciato, rapporti diretti con la rete vendita e un’attenzione speciale al segmento luxury: qual è il principale punto di forza di Marcolin, quello che ha determinato la crescita degli ultimi anni?

«Direi che sono tre i punti di forza che ci distinguono dalla concorrenza. In primis, la nostra squadra. Nella regione EMEA, abbiamo costruito una squadra stabile nel tempo che ci ha permesso di essere sempre vicini al cliente. Il secondo è il portfolio dei marchi. Il nostro portfolio è equamente ripartito tra lusso, linee di diffusione, segmento sole, vista, linea uomo e donna, che ci permette di raggiungere il cliente più facilmente. Terzo punto: negli ultimi anni ci siamo concentrati sulla crescita nel settore del lusso, dove, di fatto, vantiamo un marchio leader indiscusso (TOM FORD) e l’azienda sta investendo in nuove realtà: ZEGNA, ic! berlin e presto lanceremo uno dei marchi più ambiti, Christian Louboutin».

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Sei alla guida di realtà geografiche, economiche e culturali molto diverse tra loro: quali sono le principali differenze tra gli ottici dell’area, quali strategie richiedono?

«Certamente la regione EMEA è un’area molto vasta, e raggiungiamo i nostri clienti attraverso due modalità differenti. La prima è rappresentata dai punti vendita, la seconda dalle esportazioni. Abbiamo rivoluzionato i punti vendita passando da micro-punti vendita a macro aree. Oggi disponiamo di tre macroaree che parlano la stessa lingua, la lingua del cliente. Queste tre macro aree sono gestite da tre responsabili, ai quali fa capo la forte personalità che oggi gestisce il mercato: il direttore commerciale. Al di sotto del direttore commerciale ci sono i due linguaggi che servono per raggiungere il cliente».

“Abbiamo due obiettivi combinati per la regione EMEA, specialmente per l’anno in corso”
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Siamo a inizio 2024: puoi svelarci quali sono gli obiettivi di Marcolin per l’area EMEA? C’è un segmento sul quale si sta puntando in particolare?

«Abbiamo due obiettivi combinati per la regione EMEA, specialmente per l’anno in corso. Il primo è che il riassetto dell’organigramma funzioni, che questa riorganizzazione abbia un impatto reale sul mercato; secondariamente, ci stiamo concentrando sulle esportazioni. A tal proposito abbiamo quattro progetti ben definiti che porteremo avanti quest’anno. Di sicuro, all’interno dell’azienda, il lusso è importante. Il settore del lusso è in crescita. Vantiamo alcuni dei più grandi marchi nel lusso, se non il principale, e l’azienda continua a investire in tal senso. Vantiamo una realtà come ZEGNA. Senza dubbio introdurremo nel mercato il marchio ic! berlin nel 2024, e a fine anno lanceremo Christian Louboutin».

Stefania Lazzaroni

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Direttrice di Altagamma da più di 10 anni: cosa è cambiato rispetto ad allora?

«È cambiata Altagamma ed è cambiato il mercato. Altagamma è cambiata perché da circa 67 soci che eravamo quando sono entrata, oggi siamo 118 soci che diventano oltre 140 imprese se si aggiungono i partner, quindi è una comunità molto più ricca. Ma sono aumentate anche le nostre attività: oggi svolgiamo anche iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica come il progetto “Adotta una scuola”, dedicato ai prodotti manifatturieri. Ed è cambiato anche tutto il comparto. Mi piace ricordare che, 10 anni fa, i settori che convivono in Altagamma, come moda, design, ospitalità, gioielleria e automotive, non vedevano un elemento portante nel digitale e non parlavano molto di sostenibilità. Ecco, oggi questi sono due pilastri, e non soltanto del nostro comparto».

“L’ingresso di Marcolin in Altagamma è l’esempio perfetto del fatto che l’eccellenza manifatturiera e il savoir-faire devono far parte del nostro ecosistema”
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Il 2024 si è aperto con l’ingresso in Altagamma di Marcolin. Quali sono gli elementi che hanno portato a questa nuova collaborazione?

«La collaborazione è nata organicamente e spontaneamente. Marcolin è un’azienda eccellente della manifattura italiana, che collaborava già con molti dei nostri brand-soci come Tod’s, Zegna, Max Mara, Pucci, quindi in qualche modo era già parte della nostra community: Altagamma tende a coinvolgere aziende che sono già intrinsecamente collegate al nostro settore quindi Marcolin aveva un posto privilegiato. Il suo ingresso è l’esemplificazione più forte del fatto che la manifattura, il saper fare eccellente deve essere parte del nostro ecosistema».

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Sussurrato, mai urlato. È il manifesto del “quiet luxury”, che sta dettando un po’ la rotta di molti brand. Sarà questo il trend dei prossimi anni?

«La definizione del lusso è sempre un po’ nomadica, cambia perché i valori dei consumatori cambiano e anche questo comparto si deve sempre evolvere: ciclicamente si passa dal quiet luxury al lusso un po’ più urlato, a seconda delle stagioni. Ultimamente il quiet luxury si è affermato, ci sono dei brand che lo interpretano in modo potente, però direi che questa alternanza tra un alto di gamma più esplosivo e un alto di gamma più sobrio è nella natura stessa del lusso. Forse, però, da dopo il Covid siamo stati tutti più attratti da un lusso più sobrio, pragmatico ed efficace: non uno status symbol, ma uno stile che sia espressione di valori coerenti con la personalità che ci contraddistingue».

Giuliano Calza

Dall’Italia alla Cina e ritorno, per un grande successo internazionale. Si può riassumere così la storia di GCDS (acronimo di “Giuliano Calza Design Studio”) fondato da Giuliano e Giordano Calza nel 2015. Un brand della moda che, grazie al design e alla cura artigianale dei suoi prodotti, in meno di dieci anni, ha conquistato vip, influencer e pubblico di ogni parte del globo.

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Da marchio dello streetwear a icona del nuovo lusso: come è riuscito a mantenersi fedele a un linguaggio libero e non convenzionale?

«GCDS rappresenta molto di quello che sono, nato e cresciuto in Italia ma ho avuto il modo di definire il mio linguaggio in giro per il mondo. Credo che ci sia molta paura di esprimersi, ma il mio mondo esiste per chi riesce a capirlo e ha voglia utilizzarlo come strumento di divertimento».

“Il mio mondo esiste per chi sa capirlo e vuole usarlo come strumento di divertimento”
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Oggi GCDS è dei marchi più cool del panorama moda internazionale. Come è riuscito a conquistare la fiducia di celeb molto diverse tra loro, come Dua Lipa, Beyoncé e Sofia Loren?

«Credo che le celebrity siano genuinamente interessate al mio mondo, con alcune siamo diventati amici, perché le nostre reference combaciavano. Questo mi ha dato spinta a credere nella mia creatività e di come un prodotto spesso diventa una chiave per accedere ad un panorama non solo di immaginario condiviso ma anche emotivo».

“Un prodotto spesso diventa una chiave per accedere ad un panorama anche emotivo”
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Qual è la filosofia della nuova collezione eyewear di GCDS?

«Gli occhiali per me sono un accessorio fondamentale e una delle poche cose che nei miei viaggi devo sempre avere in valigia in questo schieramento: un paio di occhiali neri, un occhiale colorato ma adatto ad ogni situazione e uno audace e divertente per dare un twist ad un look noioso.  Questa è la stessa idea che vive alla base della collezione GCDS by Marcolin».

“Gli occhiali per me sono un accessorio fondamentale”

ic! berlin: pensare con i propri occhi

28 anni di storia

Si scrive ic! berlin ma si pronuncia all’inglese. È l’innovativo brand di eyewear creato nel 1996 in un garage di Berlino dall’eclettico Ralph Anderl (designer, cantante, fotografo e musicista) insieme a due amici. Diventato marchio di culto negli anni Duemila (lo indossavano celeb come Madonna, Brad Pitt o i Dub Inc) e cresciuto in modo esponenziale, oggi è entrato a far parte della famiglia Marcolin. Il segreto del suo successo? La pulizia formale, l’attenzione ai dettagli e, soprattutto, il materiale delle aste: leggerissimo acciaio armonico ottenuto da una lega di carbonio, cromo e nichel tenuto insieme senza l’uso di saldature e viti, grazie a un innovativo sistema di cerniera di cui ic! berlin ha l’esclusiva. Occhiali facili da smontare e rimontare, insomma. Leggeri ma allo stesso tempo molto resistenti.

 

“Il segreto del suo successo? La pulizia formale, l’attenzione ai dettagli e, soprattutto, il materiale delle aste”

Spirito berlinese

Minimalisti, eleganti e in pieno stile Berlino, gli occhiali firmati ic! berlin oggi sono esportati in tutto il mondo (oltre che nell’headquarter di Berlino, l’azienda è presente con una filiale a Tokyo e una a New York) e non possono più essere prodotti, come agli inizi, nel piccolo laboratorio di un quartiere berlinese. Da qui l’accordo con un’azienda come Marcolin, nel rispetto dello spirito che fa parte del DNA di ic! berlin e che si traduce in un atteggiamento estremamente libero di esprimere sé stessi e il proprio stile, senza inseguire le tendenze.

Le collezioni

È proprio grazie a questi punti di forza che, oltre ad aver ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, ic! berlin è stato anche premiato con il SILMO d’OR nel 2008 e nel 2011. Oggi si presenta al pubblico con le sue collezioni base tra Classic, Custom Fit, Pure Elements, Silk, Silk Pure e Flexarbon (che utilizza tecniche della tecnologia aerospaziale) e alcune capsule più di design. Tra queste, il brand vanta anche una collaborazione con Mercedes-Benz attiva dal 2020. Tutti i modelli sono molto amati dagli spiriti liberi e creativi, personalità eclettiche e curiose, che sanno guardare le cose da nuove prospettive. Proprio come l’attore Daniel Brühl, brand ambassador annunciato per il 2024, tra i protagonisti del film “Niente di nuovo sul fronte occidentale” che, lo scorso anno, si è aggiudicato ben 9 premi Oscar.

Una nuova vision

Focus sui clienti

Cresce l’aspettativa del cliente, cresce l’attenzione dell’azienda. E fiducia, lealtà e soddisfazione di clienti e dipendenti diventano le nuove parole-chiave. È la filosofia che Marcolin ha sposato con convinzione investendo dal 2021 su un nuovo programma di Customer Experience Transformation. Si chiama così il processo ambizioso che introduce le soluzioni utili a conoscere in modo più approfondito e articolato i bisogni dei clienti: dai primi contatti con i prodotti Marcolin al loro percorso verso l’acquisto, al supporto durante la relazione di business. Un progetto che, dopo due anni di lavoro, nel 2023 è approdato a un primo importante step.

I primi risultati

«Abbiamo iniziato dalla trasformazione digitale, introducendo un sistema CRM utile a tracciare e a migliorare tutte le interazioni con i clienti» spiega Lorenza Biasin, responsabile del progetto CX Transformation di Marcolin. «Tra i touchpoint di relazione, abbiamo ad esempio creato una nuova piattaforma di e-commerce: non un semplice sito di shopping ma una vera porta d’accesso a servizi disponibili h24 che rispondono ai bisogni reali dei nostri clienti. Dalla possibilità di scrivere al customer service per un’emergenza a quella di avere in tempo reale le informazioni sui propri acquisti, dal percorso ai tempi di consegna o allo stato di lavorazione delle richieste. Abbiamo inoltre dotato il nostro Customer Service di una tecnologia che permette di dare ai clienti risposte più complete e veloci».

 

“abbiamo creato una nuova piattaforma di e-commerce: non un semplice sito di shopping”

La direzione

Un progetto importante che però, per Marcolin, rappresenta una sfida ancora più ambiziosa. «Avendo coinvolto da subito tutti i mercati nei quali Marcolin è presente, abbiamo necessariamente rilevato esigenze diverse» continua Lorenza Biasin. «Ci sono per esempio clienti che preferiscono comunicare con l’azienda via mail, altri che hanno bisogno del tramite dell’agente e chi, invece ama il contatto telefonico. Nel 2024 inizieremo a misurare la risposta del pubblico e perfezioneremo ulteriormente questo sistema, con l’obiettivo di migliorare l’experience dei nostri partner». Continuare a tenere conto delle specificità di paese e ascoltare la voce del cliente, oggi e in futuro, sarà dunque indispensabile.

Alessio Puleo

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Un piccolo bilancio dell’anno appena concluso: quali sono stati gli strumenti messi in campo per accompagnare la crescita del portafoglio marchi di Marcolin a livello globale?

«Il 2023 è stato un anno entusiasmante: Marcolin ha continuato il processo di rinnovamento iniziato nel 2020 che ha permesso di migliorare tutti gli indici economici. Abbiamo sottoscritto l’accordo di licenza perpetua con TOM FORD Eyewear, acquisito il brand tedesco ic! berlin, siglato una nuova partnership con MCM e rinnovato l’accordo con una licenza per noi importante come Pucci, che fa parte del gruppo LVMH.  In questo momento, se dovessi definire con due aggettivi il nostro portafoglio marchi direi: bilanciato e complementare. Bilanciato perché abbiamo un portafoglio che copre tutti i cluster del mercato e le esigenze dei consumatori, complementare perché i brand giocano un ruolo unico e non corriamo rischi di sovrapposizione».

“Abbiamo un portafoglio che copre tutti i cluster del mercato e le esigenze dei consumatori”.
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In questo periodo “caldo” di rinnovi, qual è il vostro approccio con le licenze?

«I primi mesi del 2024 hanno visto il rinnovo di licenze strategiche per il Gruppo, come GCDS, ZEGNA e MAX&Co. e annunciato il debutto nell’eyewear di un brand iconico del lusso come Christian Louboutin. Questo è stato possibile anche perché il nostro approccio va oltre il classico rapporto licenziante-licenziatario: noi consideriamo le nostre licenze come partner strategici con i quali costruire progetti a lungo termine basati sulla creazione di valore, al centro del quale, poniamo il rispetto dell’equity della marca come valore imprescindibile che guida le nostre azioni quotidiane. I nostri partner, poi, riconoscono in Marcolin la capacità unica di trasferire nelle collezioni il DNA del loro brand. Non ultimo, a contare è il nostro know-how produttivo, che ci permette di produrre oggetti di altissima qualità».

“I nostri partner riconoscono in Marcolin la capacità unica di trasferire nelle collezioni il DNA del loro brand”.
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Quali sono gli obiettivi principali del 2024? Possiamo aspettarci altri ingressi o novità?

«Il 2024 sarà un anno intenso durante il quale dovremo consolidare la crescita delle nostre marche storiche nonché perfezionare i lanci di MCM previsto per la FW 24 e di Christian Louboutin previsto per la SS25».

Che occhiali indosseremo?

Leggerezza e stile

Si comincia da WEB Eyewear, che si conferma essere un brand molto amato, soprattutto dagli under 40, grazie alla sua spiccata identità urbana e contemporanea valorizzata dalle trasparenze delle montature e dall’inserimento di pochi ma iconici dettagli. Come il modello da sole in acetato presentato a MIDO, un occhiale dalla linea decisamente particolare, che strizza l’occhio agli anni Trenta e guarda anche al futuro. Accanto a WEB Eyewear, tra i tanti marchi presentati da Marcolin, impossibile non citare l’ultima collezione MAX&Co. e la sua nuova linea di montature leggerissime e vivaci, perfette per chi, pur seguendo la moda, non ha paura di giocare con i colori o con inserti borchiati di sapore rock.

impossibile non citare l’ultima collezione MAX&Co. e la sua nuova linea di montature

Alcuni dettagli

Tra le proposte, i modelli della collezione GUESS Eyewear, con l’iconica chain e il logo in rilievo inserito su una preziosa placchetta in metallo, che saranno tra i protagonisti della prossima stagione primavera estate grazie al nuovo modello da sole con frontale squadrato. Mentre, in un momento di grande revival degli anni Ottanta (ma aggiornati ai giorni nostri) ecco le montature del brand GCDS, avvolgenti e asimmetriche: un taglio audace per uno stile inconfondibile.

Per lo sport

Tra le novità presentate, immancabili i modelli Adidas. Come la maschera della linea Competition, con lente libera (proposta in una versione che, riducendo l’intensità della luce, aumenta la percezione dei colori), linea avvolgente e aste sagomate che possono offrire la migliore vestibilità possibile. Un occhiale perfetto per gli sportivi. Della collezione Originals, invece, è il nuovo modello da sole adidas unisex. Si fa notare per il suo particolarissimo frontale geometrico, ma le aste in metallo lo rendono perfetto anche per la città. Parola d’ordine: versatilità.