Sabrina Paulon

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Il mese europeo della diversità è l’occasione per fare il punto sui temi dell’inclusione nella società e sui luoghi di lavoro. Il panorama generale, dicono i numeri, ha ancora molte criticità, eccezion fatta per alcune aziende, come Marcolin che quest’anno ha ottenuto la Certificazione sulla parità di genere. Quali sono state, in sintesi, le politiche aziendali che hanno permesso di raggiungere questo risultato?

Quest’anno abbiamo ottenuto la certificazione sulla parità di genere. È un riconoscimento molto importante per Marcolin perché attesta il percorso che l’Azienda ha fatto in questi anni inserendo tutta una serie di iniziative a favore del welfare aziendale, della genitorialità, del work-life balance, e anche l’introduzione dello smart working nel periodo pre-Covid, quando ancora non si parlava di questo strumento. Dal punto di vista formativo abbiamo inserito la Leadership Academy, che è un percorso formativo dedicato ai futuri manager, focalizzandoci nel corso dell’ultimo anno su una sessione specifica per le donne. Sempre sulla parte di genitorialità, abbiamo inserito dei Focus Group psicologici e anche dei permessi aggiuntivi per i padri lavoratori.

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Quali sono, secondo lei, le soluzioni pratiche davvero utili che oggi un’azienda può avviare o potenziare per creare un ambiente di lavoro realmente inclusivo?

“Inclusione” per noi significa accettazione e valorizzazione delle diversità, perché per noi ogni persona è unica, e questo deve essere un valore aziendale. Affinché non fosse un’iniziativa estemporanea e legata alla gestione di quelli che sono i manager di oggi, tre anni fa abbiamo voluto scrivere la Carta della Diversity & Inclusion alla quale abbiamo fatto seguire tutta una serie di politiche volte all’inclusione di tutte le persone che oggi lavorano in Marcolin. Alle politiche e agli strumenti di inclusività introdotti in Azienda, oggi vogliamo trasferire quella che è la cultura all’inclusività. Per fare questo, vogliamo partire dal linguaggio, che deve essere un linguaggio adeguato, rispettoso e accogliente della diversità di qualsiasi persona.

 

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Oltre all’inclusione, quali sono gli strumenti attivati da Marcolin per riuscire ad abbattere il tetto di cristallo delle posizioni dirigenziali e per colmare il divario di genere che, purtroppo, esiste ancora sul fronte del trattamento economico?

Parità e potere delle donne passano anche attraverso la parità retributiva. Noi in Marcolin oggi, nel periodo gennaio-ottobre, rileviamo il 60% di presenza delle donne a livello aziendale, di cui il 40% è in posizioni manageriali e il 50% dei dirigenti è donna. È un percorso che abbiamo fatto nel tempo ed è oggi strutturato anche attraverso un comitato di parità di genere e un responsabile della parità di genere, che verifica che ogni anno i pacchetti retributivi ed i benefit non abbiano gap di genere. Siamo molto orgogliosi del percorso che abbiamo fatto finora, anche se siamo consapevoli che strada da fare ne abbiamo ancora davanti a noi.

ic! berlin and Mercedes-AMG

Storia di successo

Due giovani ingegneri, Hans-Werner Aufrecht ed Erhard Melcher, e una cittadina, Grossaspach, nel cuore del Baden-Württemberg. Sono i nomi che compongono l’acronimo AMG, il marchio di auto sportive e performanti dell’iconica casa automobilistica Mercedes-Benz. Una storia di lavoro, passione e successo. Ed è due suoi valori legati all’high technology e all’attenzione per i dettagli che ic! berlin dedica una nuova collezione di occhiali: quattro nuove montature disegnate e prodotte dal brand tedesco che, anche questa volta, allo studio del design e dei materiali ha saputo unire la cura di un lavoro artigianale.

Intesa inaspettata

La collaborazione tra Mercedes-AMG e ic! Berlin dal 2020 unisce due brand tedeschi conosciuti e apprezzati nel mondo ma anche molto diversi tra loro: un marchio di lusso come Mercedes-AMG e una realtà cresciuta nella scena alternativa di Berlino come ic! berlin. Poteva essere una scommessa, invece la comune attenzione al design e alla ricerca artistica e quella per un elevato standard di artigianalità sono stati i punti d’incontro che hanno portato alla nascita di tre collezioni di successo.

“Per la primavera 2024, ic! berlin e Mercedes-AMG Eyewear presentano al pubblico quattro modelli decisamente unisex”

Unisex Collection

Per la primavera 2024, ic! berlin e Mercedes-AMG Eyewear presentano al pubblico quattro modelli decisamente unisex, pensati per la vista o per il sole, tutti caratterizzati da una forte personalità. Merito dei volumi, dei dettagli cromatici e della scelta dei materiali, che spaziano dalla grafite all’acetato, e dall’acciaio laminato al titanio.

Loreen Hinz

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Le tue creazioni colpiscono sempre per la forza delle immagini e un certo spirito dadaista, che si diverte a rovesciare il significato delle cose: è questo che ti ha fatto apprezzare da testate come Vogue, Harper’s Bazaar e Vanity Fair?

«Ho iniziato in maniera completamente diversa, fotografando modelli e non avevo niente a che fare con la fotografia di prodotto o cose del genere. Ma poi è arrivato il 2020 e tutto nel mondo è cambiato. Questo mi ha portato verso questo tipo di fotografia e mai avrei pensato che potesse trasformarsi in una tale passione: ho scoperto che mi piace moltissimo lavorare con gli oggetti. Nel profondo del mio cuore sono un’artista e, se avessi avuto la pazienza per farlo, sarei stata una pittrice. Invece, al posto dei colori a olio o delle matite, uso la mia macchina fotografica e i miei set, che spesso costruisco da sola per creare i miei quadri personali, cercando di creare l’inaspettato».

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Come riesci a coniugare l’amore per i pittori del Rinascimento, o temi poetici come quello del corpo e le sue trasformazioni, con la comunicazione di un prodotto?

«In realtà una fase precedente della mia vita ho studiato economia e marketing e per tanti anni ho lavorato per una grande agenzia pubblicitaria tedesca, nel dipartimento di Art Buying e, poi, come creative director per i miei servizi fotografici. Quindi conosco il settore in tutti i suoi aspetti, inclusi i principi fondamentali del marketing. Cioè che, prima di tutto, bisogna catturare l’attenzione dell’osservatore, distinguersi. Lo tengo sempre bene in mente e questo mi rende più facile coniugare queste nozioni di marketing con il mio punto di vista estetico. Non tratto gli oggetti come tali, li tratto come se fossero i miei modelli».

“Non tratto gli oggetti come tali, li tratto come se fossero i miei modelli”
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A un’artista che lavora con lo sguardo, è impossibile non chiederlo: qual è il cuore della visione estetica e spirituale che guida il tuo lavoro e che è scattata anche in questo progetto di realizzazione di questi scatti per Marcolin?

«Il punto di partenza per questo progetto per Marcolin è stato un dialogo sulla presentazione dell’essere umano nell’epoca della realtà aumentata e della IA, e su come garantire la presentazione umana se l’intelligenza artificiale è in grado di copiare un essere umano quasi alla perfezione. Così ho iniziato a studiare le idee del Costruttivismo e dell’Art Nouveau dell’inizio del XX secolo, movimenti che erano anche una risposta al progetto tecnico dell’epoca, perché abbiamo tutti una memoria collettiva di forme e immagini. È stato molto interessante lavorare usando parti del corpo, la testa, e abbinarle agli occhiali».

Born in Oasi Zegna

Oasi Zegna

L’Oasi Zegna è una riserva naturale di 100 Km2 sulle Alpi Biellesi, in Piemonte. All’inizio del secolo scorso, Ermenegildo Zegna ha intrapreso un vasto programma di riforestazione nella zona montuosa attorno al lanificio, collegando per la prima volta i due versanti della montagna mediante la costruzione della Strada 232. Il progetto di rimboschimento e di sviluppo della comunità locale che ha dato vita all’Oasi Zegna oggi vanta oltre 500.000 alberi e promuove la coesione e l’armonia tra persone, industria e natura.

Fondatore

La visione del fondatore è stata coltivata dalle generazioni successive, che continuano a preservare l’Oasi Zegna come un modello unico di coscienza sociale e ambientale. La Strada 232, simbolo dell’unione tra passato e futuro, é oggi il Brand Mark distintivo di ogni capo ZEGNA, tributo ai valori e alle idee che continuano a guidare il brand. Ermenegildo Zegna ha trasformato le sue idee in un impegno a produrre i migliori tessuti al mondo – riuscendo a creare una foresta, una strada e una comunità nel frattempo. Preferendo sempre la qualità alla quantità, il fondatore ha gettato le basi per l’approccio che sigla tuttora la collezione ready-to-wear e runway del marchio.

Craftsmanship

La costante devozione all’artigianalità del brand è chiaramente evidente nella collezione eyewear di ZEGNA, che prende spunto dalle origini del marchio nell’Oasi Zegna. La collezione — con modelli che vantano nomi quali Aurora e Orizzonte — si ispira al suggestivo panorama alpino che si può ammirare dal territorio dove nasce il marchio.

Disponibili in un’accurata selezione di metalli leggeri e acetati lucidi, gli occhiali ZEGNA sono al contempo intramontabili e contemporanei, per una linea sole e vista perfetta da indossare tutti i giorni. Con una varietà di modelli ricercati, la collezione rappresenta il complemento ideale per l’offerta di abbigliamento di lusso di ZEGNA, capi realizzati nei materiali più pregiati, quali Oasi Cashmere e Oasi Lino.

Born in Oasi Zegna: il libro

ZEGNA inoltre sbarcherà a Milano per presentare il nuovo libro ‘Born in Oasi Zegna’ in occasione della Design Week. Raccontato in quattro capitoli finemente stampati, ‘Born in Oasi Zegna’ rappresenta uno straordinario tributo al pioneristico fondatore del brand leader globale nel settore del luxury menswear.

Made in Italy Day: appuntamento al 15 aprile

Una data simbolo

Su proposta di Altagamma, di cui Marcolin è partner da quest’anno, e Camera Nazionale della Moda Italiana, questo 15 aprile inaugura la prima “Giornata nazionale per il Made in Italy”, occasione speciale per celebrare la creatività e l’eccellenza del nostro Paese. La scelta della data non è casuale, ma un omaggio a Leonardo da Vinci, nato il 15 aprile 1452, geniale scienziato, inventore e artista che, per aver incarnato in sé il “talento universale” celebrato nel Rinascimento, è diventato il simbolo universale della creatività italiana nel mondo.

“L’occasione perfetta per conoscere interessanti opportunità di formazione e lavoro”

Attenzione ai giovani

Molte le iniziative previste per il Made in Italy Day: round table, live experience nelle aziende ed eventi di networking con coinvolgimento di scuole e università. L’occasione perfetta per far conoscere ai più giovani le interessanti opportunità di formazione e lavoro che rappresenta la manifattura italiana del comparto industriale dell’alto di gamma, parte attiva della nostra economia, fonte di occupazione per quasi 2 milioni di persone ed eccellenza ammirata in tutto il mondo. Un comparto che, pensando alle sfide di domani, guarda soprattutto ai più giovani.

Un mondo in evoluzione

La giornata dedicata alla nostra brand identity sarà per molti anche l’occasione di scoprire quanto il Bel Paese non sia solo una meravigliosa meta turistica (con ben 51 siti Unesco) ma un territorio caratterizzato da un tessuto produttivo. Che, da sempre, e in comparti diversissimi, dall’alimentare alla moda, dall’hi-tech alla meccanica fino al design e all’arredamento, riesce a coniugare passione, cultura del bello e investimenti nell’innovazione. Tre parole chiave che caratterizzano le produzioni Made in Italy e che, da sempre, appartengono al DNA di Marcolin, tra i principali sostenitori di questa giornata. Nessuna vanità di autocelebrazione, dunque, ma un’occasione in più per far conoscere a tutti le eccellenze del nostro patrimonio manifatturiero.

La nuova collezione MCM

Un incontro felice

Appena entrato a far parte del portfolio Marcolin, MCM, il marchio di pelletteria e abbigliamento luxury da viaggio, fondato a Monaco nel 1976 (MCM sta per Modern Creation München), debutta oggi con la nuova, e attesa, collezione eywear. Una linea di montature per la vista e per il sole che mette d’accordo la creatività del brand tedesco, amato dai millenials per le borse, gli zaini (diventati l’emblema della storia del brand) e gli accessori in pelle contrassegnati dal celebre monogramma, e il patrimonio tecnico e innovativo che ha reso celebre l’azienda di Longarone. Il risultato? Una linea di occhiali glamour, casual e versatile, da indossare in viaggio come in città, perfetta per gli spiriti creativi, nomadi e poco convenzionali.

L’ispirazione

La prima collezione MCM Eywear, ispirata all’elegante semplicità dello stile Bauhaus, è approdata infatti a una linea di modelli in metallo e in acetato che parlano una lingua universale e genderless, caratterizzati da un design contemporaneo e funzionale, con montatura leggerissime, king-size, colorate e dalle linee futuristiche. Perfette per il pubblico che più ama questo brand, quello dei nativi digitali. Che, nell’abbigliamento come negli accessori, predilige capi montabili e smontabili, layering e, soprattutto, liberi da etichette di genere.

“La prima collezione MCM Eywear parla una lingua universale e genderless”

I dettagli

Sulle montature della nuova collezione prodotta da Marcolin e distribuita nei 500 punti vendita MCM sparsi in 39 Paesi (soprattutto in Asia), ritroviamo così gli elementi iconici rubati al settore della valigeria. E che, trasformati in dettagli come perni in metallo e inserti angolari, accanto alla reinterpretazione dei loghi distintivi del brand, regalano a queste montature luxury quel tocco di ironia e leggerezza tipico dello streetwear: un altro tassello per ridefinire il tema del viaggio secondo i nativi digitali.

Davide Rettore

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Il mercato del Nord America è, da sempre, un indicatore prezioso dei trend di mercato e dell’evoluzione del gusto. Quali sono oggi i segnali più interessati?

«È un piacere rispondere dal nostro nuovo showroom di New York, la casa che può accogliere al meglio i più importanti clienti del Nord America, quelli internazionali e tutti i brand partner. Negli Stati Uniti, dopo una fase di rallentamento, continuiamo a vedere un consolidamento dell’industria lato clienti, tramite l’aggregazione di punti di vendita da parte di fondi di private equity o catene. I canali tradizionali ei clienti indipendenti hanno sempre più l’esigenza di offrire ai clienti un’esperienza su misura e Marcolin, anche grazie alla nuova piattaforma di Customer Experience, è in grado di offrire la risposta adeguata. A crescere molto è anche il segmento lusso, oggi caratterizzato da una grande attenzione agli aspetti funzionali e di comfort e in questo contesto si inserisce bene la nostra acquisizione del marchio ic! berlin, un brand dagli alti contenuti di design e funzionalità».

 

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All’interno di un settore in crescita come quello dell’eyewear, oggi affollato di proposte differenti, quali sono i principali punti di forza di Marcolin?

«I punti di forza sono soprattutto tre. Primo, Marcolin unisce due elementi apparentemente distanti ma perfettamente amalgamati: da una parte il calore umano di un ambiente di lavoro in cui le persone sono il motore e fanno la differenza, dall’altra governance, processi, strumenti e mentalità, da vera multinazionale. La combinazione di questi due fattori è la chiave del suo sviluppo a livello internazionale. In un momento nel nostro settore di concentrazione dei brand del lusso su due poli, il secondo punto di forza consiste nella forte competitività di Marcolin sia nel lusso come nel segmento diffusion, in grado di soddisfare le esigenze di business e dei consumatori attraverso tutti i segmenti di mercato. Il terzo punto di forza, infine, riguarda la capacità di interpretare i valori e gli stilemi iconografici dei marchi con un design distintivo, la qualità superiore dei prodotti, e l’abilità di introdurre nuovi brand per la prima volta nella categoria occhiali, come dimostra il successo dei marchi TOM FORD e Guess, con Marcolin fin dall’inizio. Per questo sono sicuro che il lancio di Christian Louboutin sarà un’altra pietra miliare nella storia della nostra azienda».

“il calore umano di un ambiente di lavoro in cui le persone sono il motore e fanno la differenza”
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Guardando al futuro: quali sono gli obiettivi per i prossimi due anni?

«Continuare a combinare fattore umano e tecnologia. Gli obiettivi miei e del mio team per il futuro riguardano soprattutto l’offerta delle migliori soluzioni e piattaforme ai nostri mercati e partner come la continua evoluzione della Customer Experience Platform, il M.O.R.E., il processo integrato di Sales Planning e il nuovo progetto di Customer Segmentation & Advanced Analytics. Progetti diversi che, in comune, hanno una cosa sola: mettere il cliente al centro di quello che facciamo».

 

Le muse di Max Mara

Iconico omaggio

Eileen Gray e Lee Miller. Due icone femminili contemporanee che rappresentano una grande ispirazione per un brand come Max Mara e alle quali, in particolare, è dedicata la nuova collezione eyewear prodotta da Marcolin. Architetto e designer irlandese la prima, pioniera riconosciuta del movimento modernista alla quale l’edizione inglese di Vogue dedica un servizio già nel 1917 e che a Parigi, negli anni Venti, all’attività di architetto unisce la produzione in serie di mobili in tubolare d’acciaio (il suo tavolino regolabile E-1027 fa parte della collezione permanente del MoMA di New York). Modella di enorme successo e poi fotografa raffinata e coraggiosa Lee Miller, autorevole esponente del movimento surrealista ma anche fotografa di guerra, una delle prime reporter (e unica donna) a fotografare la liberazione di Parigi e i campi di concentramento nazisti.

La nuova collezione

Max Mara, brand che da sempre ama celebrare lo stile e il carattere delle figure femminili più interessanti e forti della contemporaneità, conferma così la sua attitudine anche in questa collezione di eyewear. Lo fa attraverso una release di occhiali che nel gioco di linee e delle dimensioni, nelle tonalità e nei dettagli preziosi, riesce a evocare lo stile particolare di queste protagoniste dell’estetica e della cultura del Novecento. Quello rigoroso e attento ai dettagli di Eileen Gray come quello più glamour e anticonformista di Lee Miller.

“occhiali che sorprendono tra look oversize, linee morbide, profili tubolari e volumi evidenti”

Dettagli preziosi

Ma come si traducono le architetture di Eileen Gray e l’attitudine di Lee Miller nella nuova collezione eyewear di Max Mara? In montature dal design innovativo, audace ed elegante al tempo stesso di occhiali che sorprendono tra look oversize, linee morbide, profili tubolari e volumi evidenti. Tante soluzioni estetiche diverse e, in alcuni casi, impreziosite dal Maxim, il dettaglio-gioiello geometrico e brillante che identifica la collezione e diventa anch’esso protagonista di una collezione tutta al femminile.

 

Alessandro Borghese

Nella tua vita hai passato diversi periodi negli Usa e a New York: cosa significa oggi per te rappresentare la nostra cucina negli Stati Uniti?

«Rappresentare l’Italia negli USA per uno che è nato negli Stati Uniti da padre napoletano e madre cecoslovacca è un vanto. Oggi, dopo tanti anni in Italia, tra lavoro nelle cucine e comunicazione in televisione, tornare nel Paese che ho lasciato ormai 40 anni fa è affascinante. Ed è un impatto forte dal punto di vista culturale e gastronomico, oltre che da quello dello stile, dell’arte, del bello. Io sono un amante del bello e poter contribuire a portare tutto questo qui per me è un motivo di grande orgoglio. Un modo di esprimere la mia italianità e, allo stesso tempo, di riprendere un po’ della mia parte americana».

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Come vivi questa nuova responsabilità di “ambasciatore della cucina italiana negli Stati Uniti”?

«La mia candidatura ad ambasciatore, nata dalla decisione del nostro Governo di spingere sull’acceleratore per far diventare la cucina italiana “patrimonio immateriale dell’UNESCO”, mi ha piacevolmente sorpreso. Il fatto che abbia deciso di voler utilizzare me come, diciamo, testa d’ariete per entrare nel mondo americano ha generato un sentimento d’orgoglio che ha fatto bene a me e a tutto il mio team. Ci siamo detti: beh, qualcosa di buono lo abbiamo fatto!».

“a me piacerebbe adattare un po’ della nostra italianità al mercato americano”
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Quali sono gli “ingredienti” made in Italy più apprezzati oltreoceano?

Se io mi dovessi vedere come un direttore d’orchestra, con tutti quelli che sono i miei ingredienti e con un piatto rappresentativo della cucina italiana che devo proporre a un mercato come quello statunitense, e quel piatto può essere un mobile italiano, un abito sartoriale, un’automobile, un paio d’occhiali, so già che si tratta di prodotti Made in Italy che – già per questo – hanno un grande appeal. Ecco, a me piacerebbe adattare un po’ della nostra italianità al mercato americano, come credo dovrebbero fare tutti quelli che rappresentano il Made in Italy in una certa maniera: studiare proposte “tailor-made” per adattare la propria proposta al cliente».

Marcolin a New York

Nel cuore di Manhattan

È al 19mo piano di un elegante palazzo al 270 di Madison Avenue, la strada “più instagrammabile di Manhattan” sulla quale si affacciano le vetrine di alcuni tra i brand di lusso più rinomati, che Marcolin ha inaugurato pochi giorni fa il suo nuovo showroom. Progettato dallo studio milanese Navone Associati, lo stesso che ha firmato lo spazio parigino in Rue de Richelieu, il nuovo showroom di Marcolin si presenta come uno spazio luminoso con, accanto agli uffici, l’ampia gallery dedicata a tutti i brand oggi in portfolio e una bella terrazza affacciata su uno scenario che più newyorkese non si può.

Tra tradizione e realtà aumentata

Accompagnati dalla sequenza di suoni proposti dal DJ set, la sera dell’inaugurazione ospiti e visitatori hanno potuto toccare con mano il mix di artigianalità e innovazione che sta dietro il brand Marcolin. Merito della “sala creativa” dedicata al design e alla realizzazione dei prototipi, e al progetto di realtà aumentata che, attraverso l’uso di speciali visori, ha permesso di compiere un tour virtuale negli stabilimenti italiani del Gruppo, vedere il dietro le quinte e scoprire tutte le fasi di creazione e di produzione di una montatura.

“Questo è stato possibile grazie alla “sala creativa” dedicata al design e alla realizzazione dei prototipi”

Un cocktail di eccellenze

Per l’occasione, clienti, partner e giornalisti presenti all’inaugurazione del nuovo spazio in Madison Avenue sono stati anche coccolati dai sorpendenti assaggi offerti nel corso del cocktail firmato dal celebre chef Alessandro Borghese. Una presenza non casuale quella di Chef Borghese, molto amato anche negli Stati Uniti, dove ha vissuto (è nato a San Francisco) e dove oggi è considerato uno dei più autorevoli ambasciatori della tradizione culinaria Made in Italy.