ic! berlin: pensare con i propri occhi

28 anni di storia

Si scrive ic! berlin ma si pronuncia all’inglese. È l’innovativo brand di eyewear creato nel 1996 in un garage di Berlino dall’eclettico Ralph Anderl (designer, cantante, fotografo e musicista) insieme a due amici. Diventato marchio di culto negli anni Duemila (lo indossavano celeb come Madonna, Brad Pitt o i Dub Inc) e cresciuto in modo esponenziale, oggi è entrato a far parte della famiglia Marcolin. Il segreto del suo successo? La pulizia formale, l’attenzione ai dettagli e, soprattutto, il materiale delle aste: leggerissimo acciaio armonico ottenuto da una lega di carbonio, cromo e nichel tenuto insieme senza l’uso di saldature e viti, grazie a un innovativo sistema di cerniera di cui ic! berlin ha l’esclusiva. Occhiali facili da smontare e rimontare, insomma. Leggeri ma allo stesso tempo molto resistenti.

 

“Il segreto del suo successo? La pulizia formale, l’attenzione ai dettagli e, soprattutto, il materiale delle aste”

Spirito berlinese

Minimalisti, eleganti e in pieno stile Berlino, gli occhiali firmati ic! berlin oggi sono esportati in tutto il mondo (oltre che nell’headquarter di Berlino, l’azienda è presente con una filiale a Tokyo e una a New York) e non possono più essere prodotti, come agli inizi, nel piccolo laboratorio di un quartiere berlinese. Da qui l’accordo con un’azienda come Marcolin, nel rispetto dello spirito che fa parte del DNA di ic! berlin e che si traduce in un atteggiamento estremamente libero di esprimere sé stessi e il proprio stile, senza inseguire le tendenze.

Le collezioni

È proprio grazie a questi punti di forza che, oltre ad aver ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, ic! berlin è stato anche premiato con il SILMO d’OR nel 2008 e nel 2011. Oggi si presenta al pubblico con le sue collezioni base tra Classic, Custom Fit, Pure Elements, Silk, Silk Pure e Flexarbon (che utilizza tecniche della tecnologia aerospaziale) e alcune capsule più di design. Tra queste, il brand vanta anche una collaborazione con Mercedes-Benz attiva dal 2020. Tutti i modelli sono molto amati dagli spiriti liberi e creativi, personalità eclettiche e curiose, che sanno guardare le cose da nuove prospettive. Proprio come l’attore Daniel Brühl, brand ambassador annunciato per il 2024, tra i protagonisti del film “Niente di nuovo sul fronte occidentale” che, lo scorso anno, si è aggiudicato ben 9 premi Oscar.

Una nuova vision

Focus sui clienti

Cresce l’aspettativa del cliente, cresce l’attenzione dell’azienda. E fiducia, lealtà e soddisfazione di clienti e dipendenti diventano le nuove parole-chiave. È la filosofia che Marcolin ha sposato con convinzione investendo dal 2021 su un nuovo programma di Customer Experience Transformation. Si chiama così il processo ambizioso che introduce le soluzioni utili a conoscere in modo più approfondito e articolato i bisogni dei clienti: dai primi contatti con i prodotti Marcolin al loro percorso verso l’acquisto, al supporto durante la relazione di business. Un progetto che, dopo due anni di lavoro, nel 2023 è approdato a un primo importante step.

I primi risultati

«Abbiamo iniziato dalla trasformazione digitale, introducendo un sistema CRM utile a tracciare e a migliorare tutte le interazioni con i clienti» spiega Lorenza Biasin, responsabile del progetto CX Transformation di Marcolin. «Tra i touchpoint di relazione, abbiamo ad esempio creato una nuova piattaforma di e-commerce: non un semplice sito di shopping ma una vera porta d’accesso a servizi disponibili h24 che rispondono ai bisogni reali dei nostri clienti. Dalla possibilità di scrivere al customer service per un’emergenza a quella di avere in tempo reale le informazioni sui propri acquisti, dal percorso ai tempi di consegna o allo stato di lavorazione delle richieste. Abbiamo inoltre dotato il nostro Customer Service di una tecnologia che permette di dare ai clienti risposte più complete e veloci».

 

“abbiamo creato una nuova piattaforma di e-commerce: non un semplice sito di shopping”

La direzione

Un progetto importante che però, per Marcolin, rappresenta una sfida ancora più ambiziosa. «Avendo coinvolto da subito tutti i mercati nei quali Marcolin è presente, abbiamo necessariamente rilevato esigenze diverse» continua Lorenza Biasin. «Ci sono per esempio clienti che preferiscono comunicare con l’azienda via mail, altri che hanno bisogno del tramite dell’agente e chi, invece ama il contatto telefonico. Nel 2024 inizieremo a misurare la risposta del pubblico e perfezioneremo ulteriormente questo sistema, con l’obiettivo di migliorare l’experience dei nostri partner». Continuare a tenere conto delle specificità di paese e ascoltare la voce del cliente, oggi e in futuro, sarà dunque indispensabile.

Alessio Puleo

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Un piccolo bilancio dell’anno appena concluso: quali sono stati gli strumenti messi in campo per accompagnare la crescita del portafoglio marchi di Marcolin a livello globale?

«Il 2023 è stato un anno entusiasmante: Marcolin ha continuato il processo di rinnovamento iniziato nel 2020 che ha permesso di migliorare tutti gli indici economici. Abbiamo sottoscritto l’accordo di licenza perpetua con TOM FORD Eyewear, acquisito il brand tedesco ic! berlin, siglato una nuova partnership con MCM e rinnovato l’accordo con una licenza per noi importante come Pucci, che fa parte del gruppo LVMH.  In questo momento, se dovessi definire con due aggettivi il nostro portafoglio marchi direi: bilanciato e complementare. Bilanciato perché abbiamo un portafoglio che copre tutti i cluster del mercato e le esigenze dei consumatori, complementare perché i brand giocano un ruolo unico e non corriamo rischi di sovrapposizione».

“Abbiamo un portafoglio che copre tutti i cluster del mercato e le esigenze dei consumatori”.
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In questo periodo “caldo” di rinnovi, qual è il vostro approccio con le licenze?

«I primi mesi del 2024 hanno visto il rinnovo di licenze strategiche per il Gruppo, come GCDS, ZEGNA e MAX&Co. e annunciato il debutto nell’eyewear di un brand iconico del lusso come Christian Louboutin. Questo è stato possibile anche perché il nostro approccio va oltre il classico rapporto licenziante-licenziatario: noi consideriamo le nostre licenze come partner strategici con i quali costruire progetti a lungo termine basati sulla creazione di valore, al centro del quale, poniamo il rispetto dell’equity della marca come valore imprescindibile che guida le nostre azioni quotidiane. I nostri partner, poi, riconoscono in Marcolin la capacità unica di trasferire nelle collezioni il DNA del loro brand. Non ultimo, a contare è il nostro know-how produttivo, che ci permette di produrre oggetti di altissima qualità».

“I nostri partner riconoscono in Marcolin la capacità unica di trasferire nelle collezioni il DNA del loro brand”.
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Quali sono gli obiettivi principali del 2024? Possiamo aspettarci altri ingressi o novità?

«Il 2024 sarà un anno intenso durante il quale dovremo consolidare la crescita delle nostre marche storiche nonché perfezionare i lanci di MCM previsto per la FW 24 e di Christian Louboutin previsto per la SS25».

Che occhiali indosseremo?

Leggerezza e stile

Si comincia da WEB Eyewear, che si conferma essere un brand molto amato, soprattutto dagli under 40, grazie alla sua spiccata identità urbana e contemporanea valorizzata dalle trasparenze delle montature e dall’inserimento di pochi ma iconici dettagli. Come il modello da sole in acetato presentato a MIDO, un occhiale dalla linea decisamente particolare, che strizza l’occhio agli anni Trenta e guarda anche al futuro. Accanto a WEB Eyewear, tra i tanti marchi presentati da Marcolin, impossibile non citare l’ultima collezione MAX&Co. e la sua nuova linea di montature leggerissime e vivaci, perfette per chi, pur seguendo la moda, non ha paura di giocare con i colori o con inserti borchiati di sapore rock.

impossibile non citare l’ultima collezione MAX&Co. e la sua nuova linea di montature

Alcuni dettagli

Tra le proposte, i modelli della collezione GUESS Eyewear, con l’iconica chain e il logo in rilievo inserito su una preziosa placchetta in metallo, che saranno tra i protagonisti della prossima stagione primavera estate grazie al nuovo modello da sole con frontale squadrato. Mentre, in un momento di grande revival degli anni Ottanta (ma aggiornati ai giorni nostri) ecco le montature del brand GCDS, avvolgenti e asimmetriche: un taglio audace per uno stile inconfondibile.

Per lo sport

Tra le novità presentate, immancabili i modelli Adidas. Come la maschera della linea Competition, con lente libera (proposta in una versione che, riducendo l’intensità della luce, aumenta la percezione dei colori), linea avvolgente e aste sagomate che possono offrire la migliore vestibilità possibile. Un occhiale perfetto per gli sportivi. Della collezione Originals, invece, è il nuovo modello da sole adidas unisex. Si fa notare per il suo particolarissimo frontale geometrico, ma le aste in metallo lo rendono perfetto anche per la città. Parola d’ordine: versatilità.

Stefano Galuzzi

Ha firmato anche l’ultima campagna di WEB Eyewear, l’house brand di Marcolin apprezzato in tutto il mondo per design e stile, il celebre fotografo di moda Stefano Galuzzi, da anni presente con i suoi scatti su riviste come Vogue Mexico & Ukraine, 10 Magazine, Porter, The Edit, Vanity Fair, Italian GQ e L’Express Styles. Lo incontriamo per scoprire qualcosa della filosofia e “del dietro le quinte” del suo lavoro.

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Qual è stata la molla che, dopo la laurea in Lettere, ti ha portato a un Master in fotografia e a debuttare nella moda con una testata prestigiosa come Vogue?

È stato un puro caso. Durante gli studi di Lettere Moderne ho rincontrato un mio ex compagno di liceo che, ogni settimana, faceva dei ritratti ai giovani attori di una compagnia teatrale e mi ha proposto di aiutarlo. Da lì la camera oscura mi ha rapito: fare ritratti mi ha subito appassionato. Il direttore della compagnia teatrale, intuendo il mio talento, mi ha permesso di partecipare ad un corso avanzato di fotografia al Superstudio di Milano. Dopo quello ho iniziato a lavorare come assistente per due grandi come Giampaolo Barbieri e Mauro Balletti, il fotografo di Mina. Poi, insieme alla mia futura moglie e musa, la stylist Tanya Jones, ho iniziato a creare un portfolio di immagini scattate nelle strade di Milano, nei luoghi più cari della mia città. Un lavoro che mi ha portato a incontrare Piero Piazzi, all’epoca direttore di una prestigiosa agenzia di modelle a Milano. Fu così colpito dal mio lavoro che telefonò subito a Franca Sozzani: l’ho incontrata il giorno dopo e mi offerto subito 20 pagine per Vogue Italia.

 

“Quando scatto, tutto esce naturalmente, senza dover avere alcun bisogno di cercare riferimenti specifici”
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I tuoi servizi moda si distinguono per immagini che sembrano seguire un codice quasi cinematografico: puoi svelarci come ti prepari a un nuovo progetto?

Posso dire di prepararmi ogni giorno, con libri, riviste, film e con la stessa vita. Un mix di idee, immagini e suggestioni che assorbo e permeano la mia immaginazione. Poi, quando scatto, tutto questo esce naturalmente, senza dover avere alcun bisogno di cercare riferimenti specifici, e questo mi permette di essere creativo e non banale.

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A proposito della campagna di WEB Eyewear che hai firmato di recente, quali sono stati gli elementi che ti hanno guidato in questo lavoro?

Beh, io amo i luoghi in cui l’architettura, oltre a creare uno spazio, racconta una storia. Nel caso specifico, parliamo di Gio Ponti, molto più di un architetto, un poeta visionario che ha creato architetture nelle quali le persone si ritrovano protagoniste di una dimensione poetica e magica. Marcolin ha scelto molto bene questo spazio: un raro esempio di cultura italiana che noi abbiamo cercato di far rivivere attraverso le immagini della campagna WEB.

Eyewear: il nuovo lusso

Affollatissima, vivace e ricca di ospiti e novità. È la fotografia della 52ma edizione di MIDO, una delle più importanti fiere internazionali dell’ottica e dell’eyewear, che si è appena conclusa a Milano. Un appuntamento prestigioso che, ogni anno, richiama migliaia di visitatori: l’occasione ideale per presentare le novità e mettere a fuoco le prossime tendenze. Come quelle di Marcolin nel settore Luxury.

Le novità

D’obbligo cominciare dall’ultimo house brand di Marcolin, il tedesco Ic! Berlin, marchio giovane e fortemente innovativo che, dal 1996, produce montature di alta qualità in acciaio inossidabile e seguendo un design che evita viti, colla o saldature.  A Milano Ic! Berlin è stato presente con la nuova collezione “Silke Pure”, montature dal design minimalista e leggerissimo, in raffinate opzioni di colore dall’acqua al malva. Nello stand di Marcolin presenti anche TOM FORD, con una nuovissima (e sofisticata) montatura ovale dai bordi sfaccettati, e Pucci Eyewear, dalla maison d’alta moda nota per i disegni e i colori audaci, con la sua ultima collezione dal design geometrico ed eleganti dettagli come il fishtail nel frontale in acetato.

Trendy shapes

Marcolin ha presentato a Mido anche l’ultima novità del brand Zegna: “Orizzonte II”. In acetato e metallo beige, l’erede di “Orizzonte I” si fa notare per l’eleganza, il dettaglio vintage del ponte e una silhouette contemporanea e raffinata allo stesso tempo, impreziosita dall’iconico 232 Road Brand Mark, oltre che dal logo Zegna. Per finire, si punta invece sull’oversize con l’ultima collezione di Max Mara Eyewear, in acetato e con un frontale dalla shape a farfalla e i profili di carattere. Impreziositi dal nuovo signifier Maxim: un brillante per un tocco davvero glamour.

Lenti e acetati, come abbinarli?

La scelta del colore

Montature in acetato e lenti colorate: un binomio che offre infinite possibilità ma che, a sorpresa, segue anche regole molto precise. A Silvia Del Col, professionista dell’Ufficio Stile & Design di Marcolin, chiediamo di svelarcene alcune. «Vi sono delle regole stilistiche, in primo luogo, legate ai colori che appartengono alla storia, all’immagine e alla personalità di ogni singolo brand seguito da Marcolin: ogni licenza ha una palette di colori iconici e rappresentativi. Sono proprio questi i must have che non devono mai mancare in una collezione. Si può poi giocare con tante altre varianti, il nostro compito è anche quello di tenere d’occhio le ultime tendenze fashion, sia quelle legate al mondo accessori e occhiali che quelle generali relative alla stagione ed al momento storico su cui stiamo lavorando. Importante è anche il progetto in sé, quello che vogliamo raccontare con l’occhiale che stiamo creando. Lenti piene, cosmetiche con toni neutri abbinate a delle montature avana per un progetto, ad esempio, legato al mondo dei colori naturali. Lenti specchiate e montature dai colori più accesi per un mood più sportivo. A questo punto, a partire dal nostro archivio, cominciamo a fare una selezione per arrivare a delle proposte di abbinamenti da condividere con le licenze».

 

La sfida della montatura

Piatta o sferica? A mascherina o “dual lens”? Anche le geometrie di lenti o maschere naturalmente incidono sulla scelta finale del colore. «Insieme al designer ed in base alle richieste ed al dna del brand, viene fatto uno studio che tiene conto delle geometrie più adatte all’ideazione del nuovo occhiale. Ad esempio, se si vuole creare un look più sportivo lavoreremo con lenti e maschere più avvolgenti. Se si lavora ad un progetto più fashion ci si può sbizzarrire anche con lenti e maschere più piatte.

«Le geometrie di lenti o maschere naturalmente incidono sulla scelta finale del colore».

I trend della prossima stagione

Se gli abbinamenti cromatici, oltre che dal DNA del brand, dipendono dalle tendenze moda, viene naturale curiosare un po’ tra i trend per la prossima collezione spring-summer nell’eyewear. «Possiamo fare qualche piccola anticipazione dicendo che a prevalere tra le lenti saranno colori monotonali anche in nuances cosmetiche con richiami naturali, coesisteranno anche tonalità più scure per creare look dark o total black. Per chi ama le specchiature saranno presenti anche per questa stagione, soprattutto per il mondo active ma anche casual. Gli inserti gioiello? Rispetto a qualche tempo fa, diventeranno più marcati ed evidenti, frutto di tante lavorazioni e sfaccettature».

Gli occhiali? Molto più di un accessorio

Differenziarsi o uniformarsi? È l’eterno dilemma della moda. Che, naturalmente, riguarda anche gli accessori: è loro il compito di sottolineare il messaggio trasmesso dall’abito che indossiamo, diventando (come il profumo) la nostra “firma identitaria” unica e personale. E, in questo, gli occhiali hanno un ruolo di primissimo piano. «Perché permettono di vedere – o di proteggere lo sguardo – ma anche di essere subito visti dagli altri» commenta Paola Pizza, psicologa della moda, blogger (psicologiadellamoda.com) e autrice di diversi saggi, ultimo dei quali, scritto con Valeria Viero, è “Il colore indossato” (Franco Angeli). «Grinta o serietà? Leggerezza o creatività?  Le forme delle montature, e i loro colori, contribuiscono a enfatizzare aspetti unici della nostra personalità e, proprio per la loro collocazione strategica, diventano un fortissimo strumento identitario».

L’importante è avere le idee chiare. «C’è chi vuole distinguersi dagli altri, con un taglio particolare, un colore fluo o un dettaglio prezioso, chi invece vuole sentirsi parte di un gruppo. Ma serve armonia con l’insieme: se c’è incoerenza sbagliamo il messaggio, e la nostra autostima si abbassa. Il classico tubino nero portato con occhiali neri, piccoli, “da brava ragazza”, trasmette un messaggio diverso dallo stesso outfit abbinato a una montatura vistosa e colorata. Un po’ come per le scarpe: tra un paio di ballerine e dei sandali dorati c’è una bella differenza. Allo stesso modo gli occhiali, come l’acconciatura e il make-up (per mantenere il focus sul viso), devono puntare sull’equilibrio con l’insieme. Conta per scarpe, borse o cappelli, ma diventa molto più importante per un accessorio destinato a durare ben più di una stagione».

«Tu a che tribù appartieni?»

«In psicologia distinguiamo tra “personalità ad alto automonitoraggio”, cioè attente al giudizio degli altri e più inclini a seguire le mode, o a farsi ispirare dai look dei loro personali “modelli”, e “personalità a basso automonitoraggio”. Sono quelle più introspettive, più centrate su sé stesse e meno influenzabili dalle mode. Se le prime tenderanno a cambiare più facilmente tipo di occhiali, da sostituire a seconda dell’umore o dell’abbigliamento, le seconde saranno invece fedeli a un modello di maggiore qualità e pregio, da portare nel tempo». E tu, a che tribù appartieni?

Stile innovativo e raffinato: TOM FORD Eyewear Collection

Introducing the TOM FORD Eyewear Archive Collection which pays homage to the iconic styles that have defined the brand’s illustrious 20-year history.  TOM FORD Eyewear, renowned for its iconic status, stands tall for its unmatched elegance, top-notch quality, and meticulous attention to detail. In the 2023-2024 collection, one of the most legendary eyewear models in history has been masterfully reimagined: the iconic Whitney model.

Worn by celebrities such as Jennifer Aniston, Madonna, Charlize Theron, Gwen Stefani, Kate Moss, Keira Knightley. The Whitney eyewear stands out for the unmistakable line of its “Infinity cross”, the crossing of the front which gives the look a butterfly effect that winks at the Seventies. In re-visiting The Whitney frame, the TOM FORD Archive Collection, debuts in four models with new shapes and identities, each easily recognizable, without giving up the magnetic element of a design with great visual impact: from the Nicoletta model, in titanium and limited edition, up to the Bettina, Fernanda and Jada models, with semi-transparent lenses and contrasting colored frames.

 

Innovate without betraying your roots. Here to lies the secret of the success of a luxury brand like TOM FORD. Which, not limiting itself to city glasses, on the eve of the ski season proposes Après Ski 2023, a collection of four different ski goggles with photochromic and interchangeable mirror lenses with different designs: from the Rellen model, which revisits the Seventies, up to the most high-tech masks, with magnetic lenses and a practical elastic band. To not give up style even in the snow.

Isabelle Moes

Isabelle, già nel 1998 ricoprivi un ruolo dirigenziale presso la filiale Marcolin Benelux, anni in cui ai vertici delle aziende erano tutti maschi: ci racconti come è andata?

Non ho mai sentito alcuna discriminazione in quanto giovane donna, per di più ero appena diventata una giovane mamma, anche se lavoravo in un’azienda composta prevalentemente da uomini. Tutto era molto normale. Non sentivo alcuna differenza tra me e i miei colleghi maschi. Penso che Marcolin sia sempre stata una grande famiglia e in squadra mi sono sentito come a casa.

 

Ora che ti trovi a gestire anche un segmento di mercato molto importante e strategico come quello dell’area centrale EMEA (Francia e Benelux), puoi raccontarci quali sono le prossime sfide per l’eyewear in questi mercati?

È piuttosto inquietante sapere quali sfide, secondo le previsioni degli esperti, ci troveremo ad affrontare nei prossimi anni, ovvero che ci sarà sempre più una certa struttura nel mercato. Il mercato diventerà più strutturato. Molte società indipendenti lo stanno facendo hanno acquistato o si stanno fondendo, il che significa che anche noi, come fornitori di montature per ottici indipendenti, dovremo diventare sempre più professionali. Dovremo negoziare con loro in modo diverso rispetto a prima. Prima trovavo il mercato molto facile perché i nostri clienti erano ottici che avevano solo due o tre negozi. Ora, stiamo guardando a una scala diversa, con ottici che hanno 100, 150 negozi. Quindi è una struttura diversa, un approccio diverso.

“Penso che questa sia la cosa più importante per il futuro: continuare ad ascoltare davvero i nostri clienti”

Dopo tanti anni in questa Azienda, quali sono i tuoi punti di forza di Marcolin? E quali sono invece i nuovi obiettivi, in un mondo che evolve così velocemente?

La forza dell’azienda è lo stretto rapporto con i nostri clienti. Questa vicinanza significa che le persone apprezzano davvero il fatto che siamo al loro fianco, lavoriamo a stretto contatto con loro e ci considerano davvero un’azienda di scala internazionale, ma pur sempre una piccola impresa perché lavoriamo a stretto contatto con loro. Questo è importante per loro perché sentono che ascoltiamo davvero. Penso che questa sia la cosa più importante per il futuro: continuare ad ascoltare veramente i nostri clienti. Stando al loro fianco, rispondendo ai loro bisogni e facendolo rapidamente, lavorando con loro invece di imporre loro delle cose. Ed è così che riusciremo.