Il nuovo occhiale per gli sportivi

Movimento e forza

Dunamis, è la parola che meglio esprime il concetto greco di forza associata al movimento, potenza e capacità individuale: valori perfetti per indicare il nuovo modello adidas Sport Eyewear prodotto da Marcolin. Frutto di un’attenta ricerca sui materiali per rispondere alle esigenze di chi pratica sport outdoor, Dunamis è il compagno di avventura adatto per atleti che hanno bisogno di proteggere gli occhi con un modello dalla montatura leggera e perfettamente stabile, con lenti in grado di garantire una visione ampia e precisa in tutte le condizioni meteo.

“Dunamis è il compagno di avventura adatto per gli atleti”

Un occhiale unico

Creato tramite l’utilizzo di uno stampo Marcolin, Dunamis è il prodotto di scrupolose ricerche e tecniche produttive mirate all’estremizzazione della performance: il risultato è un occhiale sportivo unico nel suo genere dotato di incredibile leggerezza e di una linea perfettamente aerodinamica. Due aspetti decisivi quando si fa sport all’aria aperta.

Design e cura dei dettagli

Il risultato? Un modello dalla linea avvolgente, con lenti dotate di trattamenti antigraffio, antipolvere, e idro-oleofobici, caratterizzate dall’immancabile e iconico adidas Performance logo. Le aste, frutto di un nuovo design sottile e aerodinamico, incrementano notevolmente il comfort e la vestibilità dell’occhiale durante il suo utilizzo. Dunamis è l’occhiale che risponde alla perfezione ai tre bisogni fondamentali di chi pratica regolarmente sport all’aria aperta: schermare gli occhi dai raggi UVA e UVB, proteggerli da traumi o cadute e poter contare su una buona ampiezza del campo visivo.

 

Marzia Viel

Da anni Marcolin è presente anche in questa parte del mondo: quali strategie di marketing sono vincenti all’interno di un territorio così vario dal punto di vista linguistico e culturale e, soprattutto, in continua evoluzione?

«La varietà del nostro portfolio brand richiede specifici investimenti marketing: a questo contesto diversificato, nello specifico del caso APAC si somma il carattere eterogeneo della regione, motivo di varietà linguistica e culturale. Tuttavia, i trend di comunicazione sono alquanto simili e condizionati da tre principali tendenze quando si tratta di acquisti nel comparto lusso. Cina, Sud Corea e Giappone sono i paesi che in Asia riportano il più alto valore di consumo del lusso: seppure con percentuali di crescita discordanti tra, di qui vengono i principali trend sia in ambito culturale che stilistico. La Cina in particolare è il Paese dove i consumi online hanno dal 2017 a livello global l’incidenza più alta verso il GDP. Soprattutto per quanto riguarda i nostri brand di lusso come TOM FORD, ZEGNA e Max Mara, grazie all’intensa collaborazione con il nostro HQ, e di conseguenza una proficua sinergia con le Fashion House, nell’integrare comunicazione online e off line, indirizziamo e arricchiamo l’esperienza dei consumatori. Abbiamo aumentato gli investimenti above the line in ambito digital sia con magazine che in termini di product seeding. Se puntiamo l’obiettivo su Marcolin APAC, negli ultimi due anni le prestazioni del mercato in Cina raccontano la grande competitività di questa parte del mondo. Qui stiamo investendo e guadagnando quote di mercato. Nel 2024, il settore premium è ancora considerato un potenziale rifugio sicuro dai clienti dell’Estremo Oriente. In particolare, nel Sud-Est asiatico, con Singapore e Malesia in testa. La categoria sport è certamente la più eterogenea in un parterre dove global player sfruttano sia collaborazioni con illustri atleti che sponsorizzazioni ad eventi di carattere locale».

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Quali sono i vostri target a cui in particolare vi rivolgete e attraverso quali canali?

Il nostro business è B2B così anche il marketing in Marcolin è principalmente a supporto dei clienti trade per implementare una distribuzione capace di rispondere alle diverse brand equity nel nostro portafoglio. Nel costruire la presenza di ciascuna brand category nelle diverse regioni cerchiamo i partner che la rappresentano in maniera più efficace o inesplorata, per aprire nuove opportunità. Visitiamo i paesi in APAC periodicamente per verificare i diversi trend, costruire piani sinergici di comunicazione e visibilità, per realizzare momenti di training che in Marcolin significa soprattutto condivisione di competenze, da un lato novità di brand e prodotto, dall’altro percepito del mercato. Le riviste trade come anche le convention di settore sono sicuramente momenti interessanti per arricchire il nostro portfolio clienti in mercati dove la nostra presenza con filiali necessita di crescita organica e costante. Nel nutrire la collaborazione coi clienti anche in APAC stiamo implementando l’impiego del sistema Marcolin CX che ci aiuterà sostenere localmente il nostro credo diventare il “best and preferred partner”.

Per finire, un piccolo bilancio di questi primi sei mesi dell’anno e un’indiscrezione: quali saranno le sfide dei prossimi mesi?

Il 2024 è iniziato in maniera positiva in APAC nonostante ci siano alcuni mercati nella region che sembrano rallentare o vedono i consumatori ritardare gli acquisti. Dal punto di vista delle opportunità, il Giappone rappresenta una solida certezza in APAC per Marcolin grazie ad un trend in crescita verso il 2023 dovuto ai turisti che affollano il mercato per sfruttare il vantaggio dello yen basso e ovviamente fodere della leggendaria ospitalità dei giapponesi. La sfida più grande che intravediamo è in Cina dove i consumatori viaggiano sempre di più penalizzando il loro potere d’acquisto nel mercato interno.

Guardiamo con interesse alle opportunità che si aprono nel mercato specie grazie alle collaborazioni che si svilupperanno in maniera attiva grazie a MCM la cui prima collezione occhiali Marcolin verrà presentata in giugno a Singapore per il SEA e ad Hainan in Cina per il mercato North Apac e Cina.

Ovviamente parlando di opportunità rilevanti, c’è anche il piano di sviluppo ic! berlin in APAC: un piano in divenire i cui primi frutti importanti si stanno già vedendo in questo 2024.

 

Regina Marques

Dagli anni Settanta Marcolin ha allacciato rapporti con il Brasile e inaugurato il suo showroom di San Paolo: un incontro che, da subito, ha acceso l’interesse del pubblico brasiliano verso occhiali di manifattura italiana. Lei, al contrario, ha portato il cinema brasiliano in Italia: è la conferma di un reciproco interesse a tutti i livelli?

«Era il 2003 e in Italia si parlava molto di Brasile: l’attenzione del mondo era sull’Amazzonia, era appena stato eletto Lula e la città di San Paolo (gemellata con Milano) celebrava i 450 anni dalla sua fondazione: l’occasione giusta per organizzare un evento con film e registi paulisti. Il successo ci ha motivati a continuare e, pian piano, ci siamo trasformati in un vero Festival. Con un obiettivo: andare oltre i luoghi comuni e portare in Italia una selezione di film contemporanei più varia e rappresentativa possibile del Brasile di oggi. Un Paese immenso, giovane e in grande fermento culturale, economico e artistico».

Parlando di eyewear la domanda è d’obbligo: qual è lo sguardo che distingue il cinema brasiliano?

«Il Brasile è un Paese vasto e complesso e il suo cinema rispecchia questa complessità. Si va dai favela movie ai docufilm sui 60 anni di dittatura militare; dalle storie famigliari che parlano di patriarcato alle questioni indigena e ambientale, estremamente sentite nel mio Paese, fino ai film più legati ai temi della musica e della danza, perché l’espressività corporea è parte fondante del modo brasiliano di guardare la realtà. In generale direi che il nostro è uno sguardo giovane, curioso, fisico e sensibile alle tematiche ambientaliste».

Quali sono, dal suo osservatorio artistico, i punti comuni con l’Europa e soprattutto con l’Italia?

«Considerate le origini europee e italiane di molti brasiliani, sono tantisimi i punti di contatto tra i nostri sguardi. A partire dall’amore per l’arte, il design e la moda. E poi, in fondo, c’è un legame speciale che unisce l’Italia al cinema brasiliano: è stato proprio un italiano, Vittorio di Maio, a realizzare a fine Ottocento, per le strade di Rio, i primi film “alla Lumière”, offrendo ai brasiliani la possibilità di guardarsi con un occhio esterno. Non un gioco di specchi, ma di sguardi differenti e realmente interessati a conoscersi meglio».

 

Timberland Experience

Direzione Sud-Ovest

Di giorno offre tutte le sfumature possibili che vanno dall’ocra al viola, di notte cieli affollati di stelle luminosissime. Un’oasi di roccia rossa, questo Canyon Rim Plateau si trova a pochi minuti dalla Grand Staircase e dalla Lone Rock Beach. Qui, a pochi chilometri dal Lago Powell, sorge un resort unico al mondo, l’Under Canvas, punto di partenza perfetto per tante escursioni sulle mesas e lunghi giri in canoa sul lago Powell. Il luogo ideale per scoprire lo splendore del Sud-Ovest americano.

Comfort Green

L’Under Canvas Resort è un glamping elegante, confortevole e soprattutto green: 100% a energia solare, è il primo al mondo ad aver ottenuto la certificazione DarkSky, assegnata alle strutture che combattono l’inquinamento luminoso per il ripristino dell’ambiente notturno naturale. Non è un caso che proprio qui Timberland, in occasione della Giornata della Terra, abbia scelto di riunire una selezione di giornalisti del settore outdoor e accessori per tre giorni di attività nel deserto e sul lago. È stata l’occasione perfetta per immergersi nella natura, in attività outdoor uniche e per testare gli occhiali da sole dell’ultima collezione Timberland Eyewear.

Per animi sportivi

La scelta del mese non è stata casuale: aprile è uno dei momenti migliori per visitare la regione del Sud-Ovest dal punto di vista delle temperature (la massima si aggira attorno ai 28°). Ma è anche quello in cui – un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera, il 22 aprile – si celebra l’Earth Day e la salvaguardia del nostro pianeta. Si tratta di una data particolarmente significativa per Timberland, un brand attento all’ambiente che dedica molti suoi sforzi alla protezione della natura e del pianeta. Per immergersi completamente nell’etica di Timberland, questa esperienza non poteva che svolgersi in uno degli ambienti più belli e incontaminati della natura: la Grand Staircase – Escalante.

Sabrina Paulon

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Il mese europeo della diversità è l’occasione per fare il punto sui temi dell’inclusione nella società e sui luoghi di lavoro. Il panorama generale, dicono i numeri, ha ancora molte criticità, eccezion fatta per alcune aziende, come Marcolin che quest’anno ha ottenuto la Certificazione sulla parità di genere. Quali sono state, in sintesi, le politiche aziendali che hanno permesso di raggiungere questo risultato?

Quest’anno abbiamo ottenuto la certificazione sulla parità di genere. È un riconoscimento molto importante per Marcolin perché attesta il percorso che l’Azienda ha fatto in questi anni inserendo tutta una serie di iniziative a favore del welfare aziendale, della genitorialità, del work-life balance, e anche l’introduzione dello smart working nel periodo pre-Covid, quando ancora non si parlava di questo strumento. Dal punto di vista formativo abbiamo inserito la Leadership Academy, che è un percorso formativo dedicato ai futuri manager, focalizzandoci nel corso dell’ultimo anno su una sessione specifica per le donne. Sempre sulla parte di genitorialità, abbiamo inserito dei Focus Group psicologici e anche dei permessi aggiuntivi per i padri lavoratori.

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Quali sono, secondo lei, le soluzioni pratiche davvero utili che oggi un’azienda può avviare o potenziare per creare un ambiente di lavoro realmente inclusivo?

“Inclusione” per noi significa accettazione e valorizzazione delle diversità, perché per noi ogni persona è unica, e questo deve essere un valore aziendale. Affinché non fosse un’iniziativa estemporanea e legata alla gestione di quelli che sono i manager di oggi, tre anni fa abbiamo voluto scrivere la Carta della Diversity & Inclusion alla quale abbiamo fatto seguire tutta una serie di politiche volte all’inclusione di tutte le persone che oggi lavorano in Marcolin. Alle politiche e agli strumenti di inclusività introdotti in Azienda, oggi vogliamo trasferire quella che è la cultura all’inclusività. Per fare questo, vogliamo partire dal linguaggio, che deve essere un linguaggio adeguato, rispettoso e accogliente della diversità di qualsiasi persona.

 

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Oltre all’inclusione, quali sono gli strumenti attivati da Marcolin per riuscire ad abbattere il tetto di cristallo delle posizioni dirigenziali e per colmare il divario di genere che, purtroppo, esiste ancora sul fronte del trattamento economico?

Parità e potere delle donne passano anche attraverso la parità retributiva. Noi in Marcolin oggi, nel periodo gennaio-ottobre, rileviamo il 60% di presenza delle donne a livello aziendale, di cui il 40% è in posizioni manageriali e il 50% dei dirigenti è donna. È un percorso che abbiamo fatto nel tempo ed è oggi strutturato anche attraverso un comitato di parità di genere e un responsabile della parità di genere, che verifica che ogni anno i pacchetti retributivi ed i benefit non abbiano gap di genere. Siamo molto orgogliosi del percorso che abbiamo fatto finora, anche se siamo consapevoli che strada da fare ne abbiamo ancora davanti a noi.

ic! berlin and Mercedes-AMG

Storia di successo

Due giovani ingegneri, Hans-Werner Aufrecht ed Erhard Melcher, e una cittadina, Grossaspach, nel cuore del Baden-Württemberg. Sono i nomi che compongono l’acronimo AMG, il marchio di auto sportive e performanti dell’iconica casa automobilistica Mercedes-Benz. Una storia di lavoro, passione e successo. Ed è due suoi valori legati all’high technology e all’attenzione per i dettagli che ic! berlin dedica una nuova collezione di occhiali: quattro nuove montature disegnate e prodotte dal brand tedesco che, anche questa volta, allo studio del design e dei materiali ha saputo unire la cura di un lavoro artigianale.

Intesa inaspettata

La collaborazione tra Mercedes-AMG e ic! Berlin dal 2020 unisce due brand tedeschi conosciuti e apprezzati nel mondo ma anche molto diversi tra loro: un marchio di lusso come Mercedes-AMG e una realtà cresciuta nella scena alternativa di Berlino come ic! berlin. Poteva essere una scommessa, invece la comune attenzione al design e alla ricerca artistica e quella per un elevato standard di artigianalità sono stati i punti d’incontro che hanno portato alla nascita di tre collezioni di successo.

“Per la primavera 2024, ic! berlin e Mercedes-AMG Eyewear presentano al pubblico quattro modelli decisamente unisex”

Unisex Collection

Per la primavera 2024, ic! berlin e Mercedes-AMG Eyewear presentano al pubblico quattro modelli decisamente unisex, pensati per la vista o per il sole, tutti caratterizzati da una forte personalità. Merito dei volumi, dei dettagli cromatici e della scelta dei materiali, che spaziano dalla grafite all’acetato, e dall’acciaio laminato al titanio.

Loreen Hinz

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Le tue creazioni colpiscono sempre per la forza delle immagini e un certo spirito dadaista, che si diverte a rovesciare il significato delle cose: è questo che ti ha fatto apprezzare da testate come Vogue, Harper’s Bazaar e Vanity Fair?

«Ho iniziato in maniera completamente diversa, fotografando modelli e non avevo niente a che fare con la fotografia di prodotto o cose del genere. Ma poi è arrivato il 2020 e tutto nel mondo è cambiato. Questo mi ha portato verso questo tipo di fotografia e mai avrei pensato che potesse trasformarsi in una tale passione: ho scoperto che mi piace moltissimo lavorare con gli oggetti. Nel profondo del mio cuore sono un’artista e, se avessi avuto la pazienza per farlo, sarei stata una pittrice. Invece, al posto dei colori a olio o delle matite, uso la mia macchina fotografica e i miei set, che spesso costruisco da sola per creare i miei quadri personali, cercando di creare l’inaspettato».

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Come riesci a coniugare l’amore per i pittori del Rinascimento, o temi poetici come quello del corpo e le sue trasformazioni, con la comunicazione di un prodotto?

«In realtà una fase precedente della mia vita ho studiato economia e marketing e per tanti anni ho lavorato per una grande agenzia pubblicitaria tedesca, nel dipartimento di Art Buying e, poi, come creative director per i miei servizi fotografici. Quindi conosco il settore in tutti i suoi aspetti, inclusi i principi fondamentali del marketing. Cioè che, prima di tutto, bisogna catturare l’attenzione dell’osservatore, distinguersi. Lo tengo sempre bene in mente e questo mi rende più facile coniugare queste nozioni di marketing con il mio punto di vista estetico. Non tratto gli oggetti come tali, li tratto come se fossero i miei modelli».

“Non tratto gli oggetti come tali, li tratto come se fossero i miei modelli”
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A un’artista che lavora con lo sguardo, è impossibile non chiederlo: qual è il cuore della visione estetica e spirituale che guida il tuo lavoro e che è scattata anche in questo progetto di realizzazione di questi scatti per Marcolin?

«Il punto di partenza per questo progetto per Marcolin è stato un dialogo sulla presentazione dell’essere umano nell’epoca della realtà aumentata e della IA, e su come garantire la presentazione umana se l’intelligenza artificiale è in grado di copiare un essere umano quasi alla perfezione. Così ho iniziato a studiare le idee del Costruttivismo e dell’Art Nouveau dell’inizio del XX secolo, movimenti che erano anche una risposta al progetto tecnico dell’epoca, perché abbiamo tutti una memoria collettiva di forme e immagini. È stato molto interessante lavorare usando parti del corpo, la testa, e abbinarle agli occhiali».

Born in Oasi Zegna

Oasi Zegna

L’Oasi Zegna è una riserva naturale di 100 Km2 sulle Alpi Biellesi, in Piemonte. All’inizio del secolo scorso, Ermenegildo Zegna ha intrapreso un vasto programma di riforestazione nella zona montuosa attorno al lanificio, collegando per la prima volta i due versanti della montagna mediante la costruzione della Strada 232. Il progetto di rimboschimento e di sviluppo della comunità locale che ha dato vita all’Oasi Zegna oggi vanta oltre 500.000 alberi e promuove la coesione e l’armonia tra persone, industria e natura.

Fondatore

La visione del fondatore è stata coltivata dalle generazioni successive, che continuano a preservare l’Oasi Zegna come un modello unico di coscienza sociale e ambientale. La Strada 232, simbolo dell’unione tra passato e futuro, é oggi il Brand Mark distintivo di ogni capo ZEGNA, tributo ai valori e alle idee che continuano a guidare il brand. Ermenegildo Zegna ha trasformato le sue idee in un impegno a produrre i migliori tessuti al mondo – riuscendo a creare una foresta, una strada e una comunità nel frattempo. Preferendo sempre la qualità alla quantità, il fondatore ha gettato le basi per l’approccio che sigla tuttora la collezione ready-to-wear e runway del marchio.

Craftsmanship

La costante devozione all’artigianalità del brand è chiaramente evidente nella collezione eyewear di ZEGNA, che prende spunto dalle origini del marchio nell’Oasi Zegna. La collezione — con modelli che vantano nomi quali Aurora e Orizzonte — si ispira al suggestivo panorama alpino che si può ammirare dal territorio dove nasce il marchio.

Disponibili in un’accurata selezione di metalli leggeri e acetati lucidi, gli occhiali ZEGNA sono al contempo intramontabili e contemporanei, per una linea sole e vista perfetta da indossare tutti i giorni. Con una varietà di modelli ricercati, la collezione rappresenta il complemento ideale per l’offerta di abbigliamento di lusso di ZEGNA, capi realizzati nei materiali più pregiati, quali Oasi Cashmere e Oasi Lino.

Born in Oasi Zegna: il libro

ZEGNA inoltre sbarcherà a Milano per presentare il nuovo libro ‘Born in Oasi Zegna’ in occasione della Design Week. Raccontato in quattro capitoli finemente stampati, ‘Born in Oasi Zegna’ rappresenta uno straordinario tributo al pioneristico fondatore del brand leader globale nel settore del luxury menswear.

Made in Italy Day: appuntamento al 15 aprile

Una data simbolo

Su proposta di Altagamma, di cui Marcolin è partner da quest’anno, e Camera Nazionale della Moda Italiana, questo 15 aprile inaugura la prima “Giornata nazionale per il Made in Italy”, occasione speciale per celebrare la creatività e l’eccellenza del nostro Paese. La scelta della data non è casuale, ma un omaggio a Leonardo da Vinci, nato il 15 aprile 1452, geniale scienziato, inventore e artista che, per aver incarnato in sé il “talento universale” celebrato nel Rinascimento, è diventato il simbolo universale della creatività italiana nel mondo.

“L’occasione perfetta per conoscere interessanti opportunità di formazione e lavoro”

Attenzione ai giovani

Molte le iniziative previste per il Made in Italy Day: round table, live experience nelle aziende ed eventi di networking con coinvolgimento di scuole e università. L’occasione perfetta per far conoscere ai più giovani le interessanti opportunità di formazione e lavoro che rappresenta la manifattura italiana del comparto industriale dell’alto di gamma, parte attiva della nostra economia, fonte di occupazione per quasi 2 milioni di persone ed eccellenza ammirata in tutto il mondo. Un comparto che, pensando alle sfide di domani, guarda soprattutto ai più giovani.

Un mondo in evoluzione

La giornata dedicata alla nostra brand identity sarà per molti anche l’occasione di scoprire quanto il Bel Paese non sia solo una meravigliosa meta turistica (con ben 51 siti Unesco) ma un territorio caratterizzato da un tessuto produttivo. Che, da sempre, e in comparti diversissimi, dall’alimentare alla moda, dall’hi-tech alla meccanica fino al design e all’arredamento, riesce a coniugare passione, cultura del bello e investimenti nell’innovazione. Tre parole chiave che caratterizzano le produzioni Made in Italy e che, da sempre, appartengono al DNA di Marcolin, tra i principali sostenitori di questa giornata. Nessuna vanità di autocelebrazione, dunque, ma un’occasione in più per far conoscere a tutti le eccellenze del nostro patrimonio manifatturiero.

La nuova collezione MCM

Un incontro felice

Appena entrato a far parte del portfolio Marcolin, MCM, il marchio di pelletteria e abbigliamento luxury da viaggio, fondato a Monaco nel 1976 (MCM sta per Modern Creation München), debutta oggi con la nuova, e attesa, collezione eywear. Una linea di montature per la vista e per il sole che mette d’accordo la creatività del brand tedesco, amato dai millenials per le borse, gli zaini (diventati l’emblema della storia del brand) e gli accessori in pelle contrassegnati dal celebre monogramma, e il patrimonio tecnico e innovativo che ha reso celebre l’azienda di Longarone. Il risultato? Una linea di occhiali glamour, casual e versatile, da indossare in viaggio come in città, perfetta per gli spiriti creativi, nomadi e poco convenzionali.

L’ispirazione

La prima collezione MCM Eywear, ispirata all’elegante semplicità dello stile Bauhaus, è approdata infatti a una linea di modelli in metallo e in acetato che parlano una lingua universale e genderless, caratterizzati da un design contemporaneo e funzionale, con montatura leggerissime, king-size, colorate e dalle linee futuristiche. Perfette per il pubblico che più ama questo brand, quello dei nativi digitali. Che, nell’abbigliamento come negli accessori, predilige capi montabili e smontabili, layering e, soprattutto, liberi da etichette di genere.

“La prima collezione MCM Eywear parla una lingua universale e genderless”

I dettagli

Sulle montature della nuova collezione prodotta da Marcolin e distribuita nei 500 punti vendita MCM sparsi in 39 Paesi (soprattutto in Asia), ritroviamo così gli elementi iconici rubati al settore della valigeria. E che, trasformati in dettagli come perni in metallo e inserti angolari, accanto alla reinterpretazione dei loghi distintivi del brand, regalano a queste montature luxury quel tocco di ironia e leggerezza tipico dello streetwear: un altro tassello per ridefinire il tema del viaggio secondo i nativi digitali.