Come nasce un paio di occhiali?

La fase della burattatura

Tonde, irregolari butterfly o cat-eye. E poi in metallo o in acetato, nere o colorate: sono gli infiniti modi in cui le montature possono incorniciare, valorizzandolo, il nostro sguardo. Non tutti sanno, però, da quali e quanti speciali processi di lavorazione passa la realizzazione di un paio di occhiali. Lara Marogna, Group Style & Product Development di Marcolin, ci illustra uno dei processi più importanti e delicati: la burattatura. «Il suo nome deriva da quello della macchina che viene utilizzata, il buratto. Si chiama così il macchinario cilindrico, chiamato anche “botte”, diviso in vasche all’interno delle quali, conclusa la sagomatura, vengono infilati i frontali e le aste che poi andranno a comporre l’occhiale, insieme a legnetti di faggio e betulla di diverse dimensioni e a palline di pasta abrasiva. A questo punto la macchina viene chiusa e fatta partire: il buratto comincia a girare su sé stesso ad una velocità che può variare in base al materiale (metallo o acetato) e ad ogni rotazione, per caduta e sfregamento, legnetti e paste abrasive compiono il lavoro di sgrossatura, lucidatura e brillantatura finale delle montature». Un lavoro lungo perché, per ciascuna delle tre fasi, il buratto gira ininterrottamente da 12 fino a 14 ore.

L’importanza del giusto mix

«A ogni passaggio, quando il buratto viene scaricato, sono gli operai a controllare una per una le montature. E al momento di ricaricarlo, devono saper dosare alla perfezione la quantità di legnetti e di pasta che compone il mix del materiale di lucidatura. E possono farlo verificando al tatto che non sia troppo secco né troppo oleoso; quindi, servono esperienza e conoscenza dei materiali. È proprio dal giusto equilibrio di questi ingredienti, infatti, che si può ottenere un risultato eccellente. Cioè un occhiale in cui ogni dettaglio della montatura sia perfetto per la sua funzione, dunque resistente ma anche impeccabile dal punto di vista estetico». E Lara Marogna, che ha iniziato il suo percorso professionale nel mondo della gioielleria, sa bene che è dalla cura di queste fasi, che avvengono dietro le quinte di una fabbrica, che si può ottenere un prodotto glamour ed elegante, in grado di farci sognare e di valorizzare il nostro stile personale.

Un viaggio a tre tappe

Trascorso questo lasso di tempo, il buratto viene aperto e le montature controllate una ad una (per i non addetti ai lavori è sorprendente vedere come, a ogni passaggio, le montature siano più belle e brillanti). Successivamente, vengono infilate in un altro buratto, dove si avvia la fase successiva per altrettante 12-14 ore. In tutto, il processo richiede quattro giorni di lavoro per raggiungere il risultato finale di una montatura perfettamente levigata e brillante. Pronta per essere rifinita e uscire dalla fabbrica.

Non si tratta però di un processo squisitamente meccanico, dove è il buratto a fare tutto: a fare la differenza nella burattatura è l’aspetto umano, grazie agli occhi e alle mani degli operai che ne gestiscono e seguono tutto il processo.

Back to work

Sofisticato e innovativo

Per lo spessore, i sorprendenti tocchi di colore e una linea che strizza l’occhio reinterpretandoli – agli anni Sessanta e Settanta, le montature TOM FORD Eyewear si fanno sempre notare. Oversize, vistosi e allo stesso tempo eleganti, questi sono occhiali di carattere che si abbinano perfettamente alla personalità di chi, nella vita privata come sul lavoro, resta fedele a uno stile raffinato. A partire dalla scelta accurata dei dettagli, come tessuti e accessori. Ma che rivela anche un’anima giovane, amante dell’innovazione e curiosa del futuro. Uno stile, insomma, che ha sì le sue radici nel lusso, ma sa distinguersi per una visione che è sempre un passo più in là. 

 

Uno stile che ha le sue radici nel lusso, ma sa distinguersi per una visione che è sempre un passo più in là

Casual ed essenziale

La nuova collezione GANT Eyewear esprime l’inconfondibile anima sportiva di questo brand nato in America nel 1949 attraverso montature che coniugano uno stile contemporaneo e dinamico a piccoli ma preziosi dettagli iconici. Sono occhiali da vista che si distinguono per le montature lineari e ricercate, come quelleleggerissime e allo stesso tempo elastiche e resistenti – in metallo. Confortevoli e regolabili, sono perfette per chi, nella vita di tutti i giorni, si sente perfettamente a proprio agio in uno stile casual, essenziale e minimalista. E detesta le complicazioni.

 

Confortevoli e regolabili, sono perfetti per chi, nella vita di tutti i giorni, si sente perfettamente a proprio agio in uno stile casual, essenziale e minimalista

Elegante e glamour

Un po’ Robert Redford un po’ futurismo retrò anni Ottanta: gli occhiali da vista a goccia conservano quell’intramontabile non so che. Tra l’intellettuale e il glamour, come le accurate montature in metallo di Zegna Eyewear, sono gli occhiali giusti per chi ama uno stile ricercato senza rinunciare a qualche tocco vintage. Uno stile che, nel suo guardare al passato, rassicura e mette tutti a proprio agio. Senza annoiare, però: con pochi sapienti dettagli rivistati, la rinascita di un grande classico è servita.

Valtteri Bottas 

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In Formula Uno dal 2013, in Alfa Romeo F1 Team dal 2022. Qual è stata la sfida più grande in questo viaggio: quella con te stesso, con gli altri piloti o con le vetture di Formula Uno?

Per me la sfida più grande è sempre stata l’adattamento. Che si tratti di una squadra o piste diverse, macchine che cambiano ogni anno, cerco sempre di adattarmi e sfruttare al massimo la situazione, che molto spesso è inedita. L’innovazione tecnologica è stata un’altra sfida. Le cose cambiano e migliorano perché si tratta veramente di uno sport in continua evoluzione. Rimanere al passo dal punto di vista tecnico è per questo motivo una grande sfida.

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C’è un tracciato speciale in cui ti senti più a tuo agio a vincere e perchè?

Correre in Giappone è speciale. Prima di tutto, per via della conformazione della pista – è come un grande ottovolante, super divertente da guidare – ma tra tutte le cose c’è la cultura, così diversa dai paesi europei. Poi i tifosi sono fantastici e supportano tutti. 

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Come il dinamismo e l’innovazione della tua professione coesistono nella tua vita quotidiana?

Direi che lo stile di vita è molto movimentato. Al di fuori dei weekend di gara sei sempre in viaggio, sempre in movimento e, allo stesso tempo, cerchi di mantenere i migliori livelli di energia possibile dall’inizio alla fine della stagione. È uno sport dinamico e molto innovativo. C’è sempre qualcosa in arrivo. Nozioni nuove da imparare, nuovi strumenti per aiutarti a essere migliore sia che si tratti di analizzare i dati e la telemetria della guida o che si tratti di simulare gli assetti per il fine settimana successivo. Fondamentalmente, da quando ho iniziato in F1 ad oggi, ci sono molte più informazioni e strumenti per aiutare le tue prestazioni come pilota ma anche le performance delle auto. Devi davvero assicurarti di comprendere sempre la situazione leggendo i dati. Ci sono così tante cose a cui dare la priorità e cose su cui ti concentri sempre con l’obiettivo di ottenere il meglio. 

Lenti per viaggiare

The Göreme Valley

The Montgolfier brothers, inventors of the first balloon to transport people, could never have imagined it: the hot air balloon experience is still one of the most impressive for gliding through the sky. One of the best places to enjoy the magic of the landscape seen from above is the Göreme Valley in the unique historical region of Cappadocia. Declared a UNESCO World Heritage Site in 1985, it is dotted with rocks of volcanic origin and religious architecture from pre-Christian times weathered by the ravages of time. The result is a surreal landscape. Impossible to distinguish myth from fairytale, not even the multifaceted forms carved into the rock, rebaptised the ‘fairy chimneys’, where the earth meets the sky, offer a solution. To enjoy the magnificence of the scenery, it is possible to take advantage of the bright morning light or the warm hues of sunset. To accompany the thrill of the flight, we refer to a legend in the world of eyewear: the aviator models once designed for pilots, still capable of surprising in the reinterpretations in the Marcolin collections. Combining a classic with contemporary design details.

To accompany the thrill of the flight we refer to the pilots models, still capable of surprising in the reinterpretations in the Marcolin collections

Trieste – Vienna round trip

Once upon a time there was the Habsburg Empire, the year was 1857. The inauguration of the line from Vienna to Trieste, the most important outlet on the Adriatic Sea, transformed the missing link into what would go down in history as the southern railway line and go on to enable the aristocracy south of the empire to land on the shores of the Adriatic, revitalising trade on both routes. Today, that railway line’s historic network has been restored, making it possible to reach Vienna from Trieste along the old route. This is slow travel. Watching the landscapes pass by, starting from the shores of Istria of yesteryear, across the rugged mountain ridge of the Simmering and then up through Styria, always window-side are the sights you will see under the lenses of your glasses. If art and culture are on your agenda this summer, once you arrive in Vienna, the highlight is the Austrian National Library, with its Gala Hall: you will not have access to the over 200,000 volumes on display, but you will be able to admire the baroque splendour of the court library, one of the most beautiful in the world. We suggest graduating the experience through understated, elegant frames, the result of the time-forged expertise of the Marcolin brand.

Bells Beach

Cherchez la femme! urged Alexandre Dumas père, in his novel Les Mohicans de Paris, to imply that women are the direct or indirect cause of events, even if these events are apparently unrelated to the women in question. With the Women’s World Cup coming into full swing this August in Australia and New Zealand, we turn to Oceania. Following the Italian national team is an opportunity to travel around the Australian continent chasing waves, heading for beaches whose miles of sand or rocks make them a surfers’ paradise. For the more experienced, equipped with the best lenses to shield their eyes from the sun’s rays and wrap-around silhouettes to protect them from the water and salt, Marcolin sets up a rendezvous at Bells Beach, the birthplace of surfing in Australia and the setting for Point Break, the cult film for lovers of the most spectacular water sport ever. For mere inquisitive onlookers, however, there is the Australian National Surfing Museum and Hall of Fame near the beach to trace the history of surfing and its most iconic boards.

Rendezvous at Bells Beach equipped with the best lenses to shield from the sun’s rays and to protect the eyes from the water and salt

Montature e trame

Artigianalità come punto di vista

Per definire l’artigianalità di un occhiale da un punto di vista letterario, potremmo usare come termine di paragone il punto di vista narrativo, che, a seconda dell’angolo da cui si sceglie di raccontare una storia, coglie spunti ed emozioni diversi dell’oggetto della trama. In un’azienda come Marcolin si misura con la meticolosità e la cura della sua produzione: la qualità dei materiali, la creatività del design e la sapienza manifatturiera raccontano di una dedizione verso la propria unicità. Questa dedizione fa da specchio alle storie selezionate. Ogni libro è una miniatura di storie legate da un punto di vista che ha a cuore la costruzione o la scoperta di personaggi forti e autentici: fuori dal clamore e dalla gloria, come i protagonisti dei racconti di Vite minuscole di Pierre Michon, un classico degli anni ’80, che ha lanciato nel famedio della letteratura un autore esordiente in virtù della potenza della sua lingua. Alla necessità di andare incontro al proprio destino fanno eco gli Spiriti di Francesca D’Aloja, non come entità fantasmagoriche ma come persone illuminate impegnate a essere pienamente se stesse. Ad aggiungere un contesto storico ad un romanzo dalla struttura narrativa avvincente, ci pensano i quattro punti di vista differenti a dipanare le pagine di Trust di Hernan Diaz. Scoprire il volto di una donna rimasta all’ombra della storia è la loro missione.

Lo stile di un occhiale racconta la personalità di chi lo indossa. Definire i toni e calibrare il timbro è lo scopo di una voce narrante

Il potere della voce narrante

Lo stile di un occhiale racconta la personalità di chi lo indossa. Definirne i toni e calibrarne il timbro è, allo stesso modo, lo scopo di una voce narrante. Cosa definisce lo stile di una collezione Marcolin dal forte twist contemporaneo? Quella capacità di dosare praticità e unicità attraverso la ricercatezza di un dettaglio, che, al pari della voce narrante del protagonista di una storia, è in grado di trasmettere con precisione le coordinate di una trama o di un sentimento. Per questa ragione la nostra selezione ha dato voce ai poeti. In primis a quella di Antonia Pozzi, in qualità di scultrice dell’anima, che nella raccolta delle sue Poesie d’amore, esprime la sua voce più profonda con la delicatezza di un uccellino al suo primo volo. E se siete desiderosi di sintonizzarvi sui toni e sulle vibrazioni di chi la voce profonda dell’io narrante l’ha a lungo cercata non solo tra le pagine delle sue storie ma in viaggio per l’Europa alla ricerca di uno scrittore che volontariamente si è volontariamente eclissato dal mondo, Nome in codice: Elitar I. Sulle tracce di Milan Kundera, della nota giornalista francese Ariane Chemin vi accompagnerà in un viaggio attraverso un’Europa nostalgica e piena di fervore. Se volete puntare su una lettera, come lo scommettitore fa sul colore, allora c’è Kappa: il volume n.6 è dedicato alla Magia, nelle sue diverse accezioni.

Post scriptum

Per i naviganti in procinto di salpare o semplicemente pronti a rallentare il ritmo per godersi appieno questo inizio di agosto. Non esiste viaggio senza movimento. Che sia un moto del cuore, un’ispirazione o un girovagare spensierato per paesi e città, luoghi familiari o sconosciuti, l’abbinamento in questione mette insieme gli audaci, ovvero i colori che dell’occhiale, nelle collezioni Marcolin, sono l’abito. E in queste vesti vi proponiamo due letture: Come ti vesti, di Andrea Batilla, e A Manchester con gli Smith, un walkabout musicale di Giuseppina Borghese, perché ogni abito che indossi ha bisogno di una colonna sonora che lo accompagni.

Iconici anni ’80

Dal Viaggio in Italia al Made in Italy

Nessuna opera letteraria straniera ha contribuito a costruire un immaginario sul nostro paese, quanto il celebre Viaggio in Italia del prolifico letterato tedesco J. W. Von Goethe, che tra il 1786 e il 1788 percorse l’Italia, ritraendola come luogo ideale di bellezza, sospesa tra una dimensione edenica dei paesaggi e di sublime ispirazione in virtù della sua arte. Bisogna aspettare gli anni ’80 del Novecento perché quello stato dello spirito sia trasceso in materia. E se è vero che un decennio più tardi gli Afterhours affermavano cantando che Non si esce vivi dagli anni ’80, l’Italia, proprio allora tornò alla ribalta con una nuova identità: audace, operosa e organizzata attraverso un sistema produttivo riconosciuto per l’alta qualità e lo stile inconfondibile. Il Made in Italy, che prese il volo in quegli anni, ha decretato il successo di un patrimonio squisitamente italiano, sotto diversi ambiti.

Le incursioni retrò nell’occhiale avevano forme cat eye e allungate, ma anche leggermente trapezoidali, nei toni scuri e colorati, come in certe collezioni prodotte da Marcolin

Dalla moda al design, dal cibo alla meccanica

Sono quattro le A che hanno definito l’identità di un paese intero: nell’abbigliamento, nell’agroalimentare, nell’arredamento e nelle automobili. Degli stilisti che del Made in Italy sono stati i principali promotori ricordiamo il genio di Gianfranco Ferré, noto per l’armonia dei volumi delle sue creazioni, celebrato per lo stile impeccabile dei tailleur in gessato e per aver trasformato la camicia in feticcio. Le donne che immaginava per le sue creazioni, in un’epoca in cui l’euforia del benessere spesso sfumava in superficiale apparenza, rimandavano alla riscoperta del loro potere. Le donne potevano ambire a ruoli apicali nella società. Da qui lo stile formale accompagnato dall’audacia degli accessori. Le incursioni retrò nell’occhiale avevano forme femminili: cat eye e allungate, ma anche leggermente trapezoidali, tanto nei toni scuri quanto colorati, le cui influenze si susseguono nel filo del racconto, dalle aste alle lenti, in certe collezioni prodotte in casa Marcolin.

A volte ritornano

Non è soltanto il titolo di una delle raccolte di racconti più significative di Stephen King, il re del brivido, pubblicata in Italia nel 1981, a unire gli ultimi sussulti degli anni ’70 alla nuova era. Lo spirito del tempo si presenta indossando silhouette da pieno revival: tra i quali troviamo gli iconici occhiali rotondi, colorati o tartarugati ispirati ad Andy Warhol che danno appuntamento nei magazine colorati, nei set cinematografici e nelle strade delle città di un Occidente e di un’Italia pieni di ardore alle celebri lenti a goccia, tornate in auge, complici le pellicole di un’epoca seducenti per estetica e trame. Ed è con questo spirito, rievocando pagine di libri, di immagini di archivio e film, che Marcolin ha dato voce nelle proprie collezioni a queste atmosfere.

Dalla moda al design, dal cibo alla meccanica, erano quattro le categorie che ridefinirono l’immagine del paese. Il Made in Italy prese il volo in quegli anni

La Realtà Aumentata

Un progetto di training e customer experience

L’apprendimento a servizio dei dipendenti viaggerà sulle potenzialità della tecnologia della realtà aumentata, dando seguito e sviluppo al programma del Manufacturing Academy di Marcolin: entrare nel cuore degli uffici creativi e della manifattura, indossando un visore di realtà virtuale sarà il modo più semplice per apprendere processi e competenze necessari alla realizzazione di oggetti unici. Sabrina Paulon, Group HR Director di Marcolin, sottolinea come questo progetto, partendo da una sua prima applicazione nell’ambito formativo per i propri dipendenti sia poi stata ampliata. «È stato naturale per l’azienda ampliare l’applicazione dello strumento anche all’esperienza coi nostri clienti» Toccare con mano le eccellenze della produzione e trasmettere conoscenza riguardo l’identità e l’unicità del processo creativo nella sua interezza, in un incontro tra artigianalità, innovazione tecnologica e manifattura 4.0, fa parte dell’esperienza. Clienti e partner di tutto il mondo, grazie a riprese video di riproduzione degli ambienti all-round, colmeranno le distanze e avranno accesso agli stabilimenti italiani, senza spostarsi da casa.

Il visore permette di sperimentare un’esperienza immersiva nella sede di Longarone, dove l’azienda è nata nel 1961, e negli spazi produttivi di Fortogna

La realtà aumentata

Una volta indossato, il visore permette di sperimentare un’esperienza immersiva nella sede di Longarone, dove l’azienda è nata nel 1961, e negli spazi produttivi di Fortogna. La modalità immersiva si basa su una tecnologia che offre all’utente la visione completa di uno spazio. Gli ambienti da esplorare sono quelli della produzione: dal processo creativo alla realizzazione del prototipo, a cui seguono le fasi successive della produzione, per finire con la distribuzione del prodotto. L’ultima sequenza di questo viaggio nel mondo produttivo di Marcolin termina con la vendita di un occhiale all’interno di uno store di ottica.

Ogni ambiente possiede il suo oggetto speciale con cui venire a contatto, rendendo quest’esperienza immersiva unica

Vedere e toccare

In ognuno di questi ambienti si trova un oggetto con cui interagire. Guardarlo e sperimentare un’esperienza tattile fa parte della cifra valoriale e immersiva del progetto. Cosa può essere l’oggetto? L’unicità frutto dell’ingegno Marcolin: pezzi straordinari delle collezioni, l’artigianalità di un dettaglio di design o della fase produttiva, o, ancora, il particolare di un occhiale, che da grezzo passa attraverso il processo di lavorazione. Ogni ambiente possiede il suo oggetto speciale con cui venire a contatto, rendendo quest’esperienza immersiva unica. A breve, la possibilità di farsi accompagnare in questa experience da una live guide, direttamente da un rappresentante dell’Azienda e da remoto, renderà il viaggio sartoriale, cucito sulle esigenze del singolo cliente, partner o semplice appassionato del marchio Marcolin.

Eclettici anni ’70

Temi stellari

Così potremmo chiamare i temi, come gli echi delle celebri guerre (stellari) del regista George Lucas, che hanno segnato il decennio: tra nuovi spazi intergalattici e immaginari da esplorare, rivoluzioni, politiche e sociali che ne hanno definito i contorni attraverso il rinnovamento del gusto e del lifestyle di un’epoca per molti aspetti rivoluzionaria. Questo fermento, che si legava alle rivoluzioni del decennio precedente attraverso un contraddittorio senso di sconfitta e vittoria al tempo stesso da parte degli aderenti alla controcultura, riscopre un individualismo che tende a esprimersi in eccentricità: dall’arte seriale e irriverente di Andy Warhol alle conturbanti sonorità di Lou Reed e dei Velvet Underground fino a Elton John e a David Bowie, che con un’originalità senza uguali hanno cantato l’ignoto di un altro spazio oltre la terra. E in termini di design questo fermento, come ha contaminato gli spazi e gli accessori della quotidianità? Attraverso una rivoluzione del gusto dall’intento inequivocabile.

Catalizzare lo sguardo

L’identità del decennio è passata dal mondo delle idee a quello del design imprimendo un significativo twist dal gusto post-moderno. Sono le linee essenziali e pulite del mondo degli oggetti, in particolare quelli relativi all’illuminazione – con la consacrazione delle lampade a sospensione dal bianco immacolato – a essere accostate agli immaginifici effetti tipicamente optical, frutto delle influenze del mondo della psichedelia ancora in voga, a caratterizzare le forme geometriche delle carte da parati dalle tinte sgargianti che decoravano le case. Il destino dei colori sembrava agganciarsi a quello delle forme costruite ad arte per ingannare l’occhio: l’Optical Art, nata sul finire degli anni ’60, si sviluppò e trovò la cornice migliore per esprimersi nel decennio successivo, accostando in particolare due colori: il bianco e il nero, il cui match diede il via al suo utilizzo più congeniale nella moda e negli accessori. Il mood board di questo stile, che strizza l’occhio alla fantascienza, anche attraverso occhiali dalla forma oversize dall’effetto stampato, è ben reso dal video clip creato da Jack Whiteley e Laura Brownhill per la canzone Bennie and The Jets, di Elton John, che proprio in quegli anni era intento a ricavarsi un posto nel tempio dello stile: esibirsi di fronte al pubblico con vistosi occhiali da sole, riccamente decorati anche al calar del sole, divenne un viatico verso l’iconografia di un’epoca. Ma furono gli occhiali dalla forma bold e dai colori vivaci a rappresentare al meglio i toni ironici e desiderosi di leggerezza di quella corrente del gusto, figlia di quei fiori che tutti conosciamo, che contribuì a dare un nuovo impulso agli oggetti e al design di interni del periodo. Dello stretto legame rivendicato dal revival delle filosofie orientali e della necessità di un benessere connesso a uno stato di natura è intriso quel trend che ancora oggi in casa Marcolin influenza le collezioni più glam e luxury, dalle forme audaci e dai colori pastello.

Furono gli occhiali dalla forma bold e dai colori vivaci a rappresentare al meglio i toni ironici e desiderosi di leggerezza di quella corrente del gusto figlia di quei fiori che tutti conosciamo

Sperimentare con nuovi materiali

Così fecero i designer del decennio, ricorrendo a nuove forme e a nuovi materiali. Dalla cultura pop e dal mondo dell’animazione si raccolsero bocche, mani, vegetali da trasformare nelle più eclettiche delle sedute. Dalla volontà di sperimentare, invece, nacque la necessità di concentrarsi su nuovi materiali. Anche controversi. Non è il caso della gommapiuma – antesignana del poliuretano espanso – bensì della plastica, sul cui utilizzo si scontrarono i due poli opposti della controcultura: quella hippy, che aberrava persino la parola perché «…di plastica erano gli oggetti prodotti in massa, facili da manipolare e privi di autenticità. Le persone di plastica avevano gli stessi attribuiti» scriveva Ken Goffman nel saggio Controculture. Al contrario per Warhol, la plastica possedeva qualità: flessibilità, mutevolezza, variabilità. «Nel regno dell’autenticità, la flessibilità può essere sospetta» proseguiva Goffman, rimarcando il contrasto estetico e di pensiero di un decennio fortemente contraddittorio, che spinse una parte del movimento hippy a seguire la variabilità eccentrica di Warhol, caratterizzata da suo ironico distacco. Del resto, l’artista passò alla storia per essere attratto dal denaro, dalla fama e dalla bellezza superficiale.

Dall’idea al prototipo

Everything stems from an idea

Accompanied by our expert guide Simone Longo, who is the Prototyping Manager for Marcolin Group worldwide, we discover that in the creation of a pair of glasses with a unique design and a perfect fit, there is an intermediate part of the process which, like a bridge between two worlds, verifies the feasibility of an idea and can prevent any errors in the subsequent production phase. Prototyping is very close to the concept of virtuosity and does what is expected of someone who is used to experimenting: combining a high degree of technical skill and experience with a virtue linked to a dimension of the soul, empathy. “For us, everything starts with the idea, established through an aesthetic drawing or a draft, from the designer or brand,” explains Longo. For an idea to be transformed into a product, it is vital to be able to capture its essence, that unique matrix to which a body can then be given. It is the understanding of the message to be communicated that allows the prototype maker to proceed to the next stage of the prototype production process.

Prototyping is very close to the concept of virtuosity and does what is expected of someone who is used to experimenting: combining a high degree of technical skill and experience with empathy

Project feasibility

“Starting with the sketch of the idea, we produce an initial 2D drawing that leads to a preliminary discussion with the designer. The critical aspects of a project are already emerging at this stage. Only afterwards is the 3D model made, with which the technical correctness and compliance with the aesthetic requirement is checked in detail,” Longo continues, moving inside that special world.
It is divided into two areas: the first is the design part, in which experienced technicians develop the design using the latest technologies such as 3D printers, and they also mill the materials. The second, on the other hand, is characterised by the craftsmanship of the artisans, operators who, with the help of numerous small machines, assemble the glasses and give that final touch of sensitivity that contributes to making the end result special. The prototype department must be able to develop any type of machining required, with the ability to have control over quality and meet deadlines.

For us, everything starts with the idea, established through an aesthetic drawing or a draft, from the designer or brand. For an idea to be transformed into a product, it is vital to be able to capture that unique matrix to which a body can then be given

Prototyping is a multi-lane motorway

This is how Longo imagines it. “In one lane we have maintained and enhanced craftsmanship, whose approach leaves more room for the sensitivity of the prototype maker. The other lanes, on the other hand, are reserved for the development of paths leading towards virtual reality and new technologies. It is often the brands themselves that prompt us, by means of projects which we know from the outset will not go into production, but which will give us the opportunity to test out new production methods.” The use of 3D printing has proved successful in two ways. Firstly, because a preview of a prototype provides an opportunity for dialogue with the designer, reducing reworking, wasted material and time. Secondly because it has made it possible to simulate stages of production that it would not be possible to use for reasons of cost and time in a very short time frame. Research and the desire to experiment are ongoing goals, pushing us towards ever greater targets: to have all stages of development taking place in-house, with the best possible output in order to ensure high quality and on-time delivery. Working on strategic areas has always been one of Marcolin Group’s key strengths.

Nuovo MetaUmanesimo

Every idea is like the wind

Moved by different stimuli, it translates desires and needs into style. The approach to creation, according to the Marcolin Group’s Style and Development Department, is two-pronged. The first is emotional, about how what we see of a pair of glasses tells its story through style codes, logos, details, structures and shapes. These are the cornerstones of a collection which, if maintained over time, build up a brand’s recognisability. The creation of these codes defines the action of a creative team focused on micro-areas. The hidden face of eyewear creation, on the other hand, refers to the second approach and measures itself against an idea of community immersed in the historical moment it inhabits. It is this world, encompassing thoughts, needs, desires and, at times, even fears, that is defined as a trend and, in turn, translated into style. The Marcolin Group’s Style Department has identified three trendsetting tendencies i.e. the trends of tomorrow. After the Bauhaus inspiration, defined previously, we discover the other two macro-areas that recur evolving over the years.

Metaverse and digital engagement

In a post-pandemic world that has seen a change in the relationship with technologies in individuals’ daily lives and the need for wellbeing, the concept of purely digital engagement defines the needs of a multitude of voices belonging mostly to the younger generations. To which earthly universe can this trend be traced? To the Metaverse, of course, which has become a place of refuge for many where fantasy reigns supreme. It is from this dimension that the tendency inherits its name, the Digital Urban Movement Metaverse to be exact. The needs of this trend group can be expressed in percentages and speak volumes: 70% of their needs travel online and speak the language of technology. From this trend, for example, digital fashion shows, the creation of prototypes or very special collector’s models (such as the Frida model) and even the reproduction of eyewear in digital form have been fully developed. The wellbeing of this type of trend, which accounts for 30% of those needs, translates into a commitment to protect the environment, which in recent years has come back to the attention of the planet’s leaders as a result of high-impact events. The anxieties of the new generations have also been translated into the return of certain creepy design details: the use of materials with a dark, shiny surface, or the metallic finish of certain collections, for example, hark back to the tradition linked to the world of the fantastic, from Gothic to fantasy.

The Metaverse has become a place of refuge for many. Materials with a dark, shiny surface, or the metallic finish of certain collections hark back to the tradition linked to the world of the fantasy.

New Humanism

This tendency includes the style codes that rely on an established history and strong brand recognition. The aesthetic and mental references of this trend can be found in the 1970s. In terms of shapes, the most recurring are large, enveloping ones, while the colours are in the pastel range. The brands that are part of this trend embody a very natural form of luxury, underpinned by what the Marcolin Group’s creative team has circumscribed into a precise ‘Green Attitude’: the all-round need, starting with the use of recycled materials, to create with zero impact, to move towards a non-invasive but natural aesthetic. It is no coincidence that the requirements of this tendency, in terms of needs, turn previous trends on their heads: 70% of the needs of this trend are concerned with wellbeing, only 30% with technology. And framing this desire is a further luxury that translates style into harmony, conjuring up the idea of a Paradise Lost where nature reigns unchallenged.