Photo: Press Office
Founder di FRAB’S Magazine & More, spazio dedicato all’editoria indie, Anna Frabotta, giornalista e docente di editoria della moda allo IED di Milano, è l’ideatrice e direttrice artistica di Mag to Mag, unico festival italiano dedicato all'editoria periodica indipendente. Un osservatorio perfetto per intercettare i trend del futuro.
«L’editoria indie vive meglio di quella mainstream e i dati ci dicono che continuerà a crescere, occupando lo spazio delle testate tradizionali che hanno chiuso e offrendo contenuti di qualità e approfondimenti non condizionati dagli inserzionisti. Si tratta di prodotti culturali raffinati, bilingue, creati per essere conservati e che piacciono anche ai più giovani. Il dato interessante è che gli under 30, la generazione abituata a una fruizione dematerializzata della cultura, che consumano dal proprio smartphone, sono i più affascinanti dal ritorno alla carta. E poi la rivista culturale può accogliere tantissimi linguaggi diversi e si integra anche con il digitale attraverso QR code o la playlist da ascoltare mentre leggi. Lo hanno capito molti brand del lusso che scelgono di investire proprio su questi magazine».
«Il mio rapporto con la moda nasce sempre dalle riviste: per Pitti curo Pitti Mags, l’edicola dedicata alle riviste indie di moda mentre allo IED mi occupo di editoria di moda. Amo la moda perché è un linguaggio, ed è in perenne trasformazione: mi piace tenermi aggiornata sulle tendenze e anticipare quello che verrà. Anche per quanto riguarda gli occhiali, l’accessorio importantissimo che completa il look e diventa parte dell’identità di una persona. Personalmente ho tantissimi occhiali, soprattutto vintage, con montature anni Settanta e Ottanta».
«Il festival è andato benissimo, 5000 presenze in due giorni per noi sono state un successo, e abbiamo visto soprattutto moltissimi giovani e i professionisti che lavorano nei settori creativi under 50. Sicuramente l’anno prossimo torneremo a Milano con la terza edizione, ma stiamo pensando anche di renderlo itinerante perché -in Europa- il nostro è l’unico Festival esclusivamente dedicato ai periodici, che cioè non include anche i libri o i piccoli editori. E ci piace l’idea di farlo conoscere anche al di fuori di Milano».