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In occasione del 25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, Marcolin ribadisce il suo impegno per colmare il gender gap, sostenendo pari opportunità di formazione, carriera e stipendio. E una policy attenta ai bisogni e al benessere delle dipendenti e delle collaboratrici. Contribuendo così a combattere la violenza economica di genere.
Esiste un tipo di violenza di cui si parla poco, forse perché meno visibile e difficile da decifrare: quella economica. Eppure, si tratta di un vero e proprio abuso, nel quale il controllo delle risorse è il mezzo per esercitare il potere all’interno di una relazione. E che spesso sfocia nella violenza fisica: gli uomini possono diventare violenti se si sentono minacciati da una maggiore indipendenza economica delle loro compagne. Per scoprirla, occorre “seguire i soldi”, cioè ricostruire la trama della gestione economica famigliare: chi guadagna uno stipendio? Chi controlla il conto corrente? Chi prende le decisioni su acquisti o investimenti?
Tra gli strumenti per valutarla, quattro ricercatrici americane hanno messo a punto la SEA-12 (Scale of Economic Abuse, 2008), una scala composta da una serie di domande le cui risposte permettono di misurare il livello di violenza economica in una relazione per quanto riguarda: controllo economico, sfruttamento economico e sabotaggio dell’occupazione (anche impedire alla partner di lavorare è una forma di violenza economica). Un problema diffuso soprattutto nei Paesi in via di sviluppo? Non esattamente, se pensiamo (dati Global Thinking Foundation, 2023) che nel nostro Paese oltre il 31 per cento delle donne dipende economicamente dal partner o da un altro familiare; soltanto il 58 per cento ha un conto corrente personale; il 13 per cento ne ha solo uno cointestato con il partner o con un altro familiare, mentre il 4,8 per cento non ne possiede neanche uno.
Per combattere le ragioni culturali, sociali e psicologiche che sono alla base di questo fenomeno le soluzioni non mancano: dall’introduzione dell’educazione finanziaria nelle scuole alle politiche di pari opportunità nel mondo del lavoro (secondo il rapporto dell’Osservatorio JobPricing esiste un pay gap sulla retribuzione annua lorda attorno al 9,6%). E su questo terreno Marcolin è in prima linea molto tempo, non per niente quest’anno ha ottenuto la Certificazione sulla parità di genere rilasciata dagli organismi di certificazione accreditati presso Accredia che operano sulla base delle linee guida UNI/PdR 125. Un riconoscimento che testimonia l’impegno di Marcolin nel promuovere una cultura aziendale inclusiva ed equa. E una strada da continuare a percorrere.