È possibile comunicare in modo efficace un prodotto senza mai mostrarlo ma interpretando i valori del brand, come ti è stato chiesto per il progetto WEB EYEWEAR – Framing Light?
«Senz’altro è il modo più interessante per farlo e, in questo caso, mi ha permesso di restare fedele al mio stile narrativo, da sempre particolarmente attento ai legami emotivi tra l’oggetto e la persona, per riuscire a cogliere le sfumature di un’emozione. Il mio lavoro può essere definito a metà tra contemplativo e narrativo, una ricerca fatta dall’incrocio tra osservazione e istinto».

A cosa ti sei ispirato per declinare concetti come trasparenza, gusto e quiet luxury?
«Ho intitolato questo lavoro “cartoline da un sogno” perché ho cercato di approcciarmi a questi concetti sia lavorando sul significato letterale delle parole sia sulle atmosfere. Sono partita dal valore del gusto, declinato in un viaggio mediterraneo, estivo, cercando di coglierne i risvolti poetici e le piccole gestualità che -se non venissero fotografate- andrebbero perdute. Per la trasparenza ho giocato sulla possibilità di “vedere attraverso”, dunque attraverso l’acqua, un vetro, un riflesso. Per il valore del Quiet Luxury, infine, mi sono lasciata ispirare dal significato latino di “luxus”, che si riferisce anche al rigoglio della natura, alla prosperità naturale, attraverso immagini che sembrano le impressioni di un sogno notturno».

Quale, tra tanti, è stato lo scatto più sfidante?
«Ogni fotografia è frutto di un progetto che coinvolge molti aspetti, a partire dal mio pensiero fino alla ricerca di luoghi, soggetti e luci, dunque è sempre un po’ una sfida, soprattutto quando lavori all’aperto e sei sottomesso alle variazioni atmosferiche e climatiche. Per tutte queste ragioni è stato sfidante e stimolante lavorare sul concetto di trasparenza utilizzando l’acqua».
