GUESS sulla neve

Nel cuore delle Alpi

Zermatt, Cortina e Gstaad: sono le tre iconiche località turistiche invernali tra Italia e Svizzera, nel cuore delle Alpi, che GUESS ha scelto per il GUESS Winter Project 2024, l’evento che, per il secondo anno, porta il brand nelle più affascinanti località alpine. E lo fa con pop-up store, location instagrammabili (come l’altalena gigante firmata GUESS ) e la Winter Ski Capsule, una capsule collection di abbigliamento con gli immancabili occhiali by Marcolin.

Guess winter 2024/2025

Sfilata a 3.000 metri

Dopo i suoi esclusivi beach club di quest’estate, GUESS passa così all’alta quota portando il suo inconfondibile tocco glam anche su piste e impianti di risalita. E perfino sui 3.000 metri d’altezza di Glacier 3000, la più famosa stazione alpina della Svizzera, dove si è tenuta una sfilata mozzafiato, con 20 modelli a percorrere la leggendaria Peak Walk, il ponte sospeso tra due vette che offre una vista circolare sulle cime innevate alte più di 4000 metri, dall’Eiger, alla Jungfrau, dal Cervino al Monte Bianco.

Guess Winter 2024/2025

Mostre e pop-up store

Ma le iniziative ideate da GUESS per questa stagione non finiscono qui. Tra queste, la collaborazione con l’Iglu-Dorf Village, il romantico hotel scavato nella neve, e ricreato ogni anno da artisti e designer, con il nuovo igloo “In the Heart of Ice”. Un luogo magico dove visitare una mostra iper-immersiva arricchita da elementi nostalgici a tema montano e prodotti Fashion e Home firmati GUESS . In più, dopo il successo dello scorso anno a Cortina, sono stati inaugurati due pop-up store invernali nel cuore di Gstaad, elegante località a 1.050 metri sul livello del mare, uno dei quali presso l’hotel a cinque stelle Le Grand Bellevue, punto di riferimento per gli habitué di questa località esclusiva.

GUess winter 2024/2025

Best of 2024

Piccoli ma importanti

Il 2024 si è aperto subito con 1 riconoscimento importante: la Certificazione per la parità di genere, rilasciato dagli organismi accreditati presso Accredia, un attestato al percorso iniziato alcuni anni fa da Marcolin con l’introduzione di nuove politiche inclusive e di welfare aziendale. 2 sono stati invece i nuovi show room inaugurati. Il primo a New York, al 19mo piano di un elegante palazzo al 270 di Madison Avenue, il secondo a Londra, lungo l’iconica Old Street, all’interno di un complesso di storici edifici industrial style. Sono state 2 anche le edizioni 2024 dei Marcolin Talk, stimolanti occasioni di incontro con gli opinion leader dei settori più diversi: dall’economia al food, dal Luxury al green. La prima a Shangai, in collaborazione con la Camera di Commercio italiana in Cina, la seconda a New York, con il giornalista Arthur Zaczkiewicz, caporedattore di WWD, a guidare l’incontro.

Best of 2024

Conferme e progetti

A quota 3 sono arrivate quest’anno le edizioni della Leadership Academy di Marcolin, ultima delle quali conclusa a febbraio, lo speciale percorso di formazione inaugurato nel 2001 e rivolto ai propri talenti e futuri leader. E che, da quest’anno, ha dedicato uno spazio speciale alla Leadership femminile. In tutto 4 sono stati invece i progetti cui Marcolin ha dato il suo apporto, a partire dalla prima edizione del Made in Italy Day, promosso da Altagamma, di cui Marcolin è partner, e Camera Nazionale della Moda Italiana. A questo è seguita la sottoscrizione (insieme a 20.000 aziende di 167 Paesi del mondo) al Global Compact, la più grande iniziativa di cittadinanza d’impresa per combattere sfruttamento e corruzione; il sostegno alla ricerca sul cancro e la partecipazione alla 24ma edizione del seminario “Donne, economia & potere” organizzato da Fondazione Bellisario.

Best of 2024

Vecchi amici, nuovi partner

Nel corso di quest’anno, infine, sono diventati 6 i brand della moda Luxury che hanno firmato un accordo Marcolin, tra 4 riconferme (Zegna, MAX&Co., GCDS e Skechers) e 2 nuovi ingressi (Christian Louboutin e K-Way). Vuol dire che, a oggi, i brand per cui Marcolin disegna e produce occhiali sono più di venti. Per finire, un altro 6: quello degli appuntamenti dei Summer Buying Days, occasione di incontro, scambio ma anche relax, con clienti e partner delle diverse aree commerciali del mondo e che quest’anno si sono tenuti tra Bologna, Santa Barbara (CA), Singapore, Shanghai, Sydney e Phuket. Sono alcuni dei numeri che raccontano la storia degli ultimi 12 mesi di Marcolin. Da ricordare e portare con sé nel prossimo anno.

Best of 2024

Lorenzo Posocco

In un’intervista hai dichiarato che nel tuo lavoro occorre sentirsi sempre in movimento, e “distruggere, ricostruire, ricercare”. Per arrivare a cosa?

Quando si parla di creatività non è possibile pensare alla staticità. Personalmente ho sempre pensato che viaggiare, vedere, studiare, visitare nuovi posti, conoscere nuove persone e applicarsi in nuovi mondi e universi distanti da sé siano tutti elementi strettamente connessi alla parola creatività. Gli ingredienti alla base di una continua evoluzione e un forte stimolo creativo per coltivare la propria visione.

 

lorenzo posocco

In più di un’occasione ti sei cimentato anche nella creazione di capsule collection di importanti brand di moda (ultimo dei quali MAX&Co). In questo caso, quali sono gli elementi che guidano i tuoi progetti? Più “wow factor” o più street fashion?

I’m a curious person by nature and a great observer: I watch everything around me and anything passing by, so street culture is certainly a great starting point for most of my projects, and a source of inspiration. But I like understanding people’s needs and using them as a starting point to go down a new path, looking for interesting similarities or contrasts: basically to create new visions.

visions of Lorenzo Posocco

Che ruolo gioca nei tuoi look un accessorio come gli occhiali?

Gli occhiali sono il pezzo fondamentale di ogni look. Per me, poi, sono anche una vera passione: colleziono occhiali da sole fin da quando ero bambino e, nel mio lavoro, ho sempre utilizzato l’occhiale come un elemento di Styling, e non solo nelle giornate di sole. Un occhiale può trasformare completamente l’attitudine di un look, e non è mai un accessorio che passa inosservato.

Anna Frabotta

All’interno di una realtà in grande affanno come quella dei giornali, l’unico segnale positivo (in Italia e nel mondo) viene dall’editoria indie: qual è la tua lettura di questo fenomeno?

«L’editoria indie vive meglio di quella mainstream e i dati ci dicono che continuerà a crescere, occupando lo spazio delle testate tradizionali che hanno chiuso e offrendo contenuti di qualità e approfondimenti non condizionati dagli inserzionisti. Si tratta di prodotti culturali raffinati, bilingue, creati per essere conservati e che piacciono anche ai più giovani. Il dato interessante è che gli under 30, la generazione abituata a una fruizione dematerializzata della cultura, che consumano dal proprio smartphone, sono i più affascinanti dal ritorno alla carta. E poi la rivista culturale può accogliere tantissimi linguaggi diversi e si integra anche con il digitale attraverso QR code o la playlist da ascoltare mentre leggi. Lo hanno capito molti brand del lusso che scelgono di investire proprio su questi magazine».

Anna Frabotta

Da protagonista editoriale di Pitti Immagine, qual è il tuo rapporto con la moda e con un accessorio particolare come gli occhiali?

«Il mio rapporto con la moda nasce sempre dalle riviste: per Pitti curo Pitti Mags, l’edicola dedicata alle riviste indie di moda mentre allo IED mi occupo di editoria di moda. Amo la moda perché è un linguaggio, ed è in perenne trasformazione: mi piace tenermi aggiornata sulle tendenze e anticipare quello che verrà. Anche per quanto riguarda gli occhiali, l’accessorio importantissimo che completa il look e diventa parte dell’identità di una persona. Personalmente ho tantissimi occhiali, soprattutto vintage, con montature anni Settanta e Ottanta».

Anna Frabotta

Frab’s Magazine è ideatore e organizzatore di Mag to Mag, l’evento dedicato all’editoria indie che anche quest’anno, alla seconda edizione, ha richiamato migliaia di visitatori e autori. A cosa stai pensando per il futuro?

«Il festival è andato benissimo, 5000 presenze in due giorni per noi sono state un successo, e abbiamo visto soprattutto moltissimi giovani e i professionisti che lavorano nei settori creativi under 50. Sicuramente l’anno prossimo torneremo a Milano con la terza edizione, ma stiamo pensando anche di renderlo itinerante perché -in Europa- il nostro è l’unico Festival esclusivamente dedicato ai periodici, che cioè non include anche i libri o i piccoli editori. E ci piace l’idea di farlo conoscere anche al di fuori di Milano».

Anna Frabotta