ME Summer Buying Days

Nella perla della Thailandia

Una location da sogno, sull’isola di Phuket, è stata quella scelta da Marcolin per incontrare clienti e partner dell’area Middle East in occasione dei tradizionali Summer Buying Days 2024. Cinque giorni per rinsaldare le relazioni in un contesto meno istituzionale e conoscere le nuove collezioni. Ma anche per concedersi un’immersione nei colori e nei profumi nella cultura Thai, all’interno degli accoglienti spazi del Pullman Resort Arcadia Naithon Beach, tra spettacoli di danze tradizionali e una cena di gala che ha permesso di gustare i migliori piatti della cucina locale.

Un legame consolidato

Per Marcolin, che nell’area Middle East è presente dal 2017 in Joint Venture con Rivoli Group, partner leader per gli accessori di lusso, queste giornate sono state l’occasione per parlare di nuovi obiettivi aziendali, dare tutte le informazioni circa il nuovo portfolio e presentare le collezioni del prossimo anno. Tante nuove linee frutto di un lungo lavoro di ricerca e innovazione, proprio le qualità che, insieme alla capacità di rispondere alle necessità dei clienti con servizi adeguati, sono tra quelle più apprezzate dell’azienda di Longarone.

La parola ai clienti

Lo confermano i pareri che sono stati raccolti nel corso dei Summer Buying Days 2024 di Phuket. Tutti hanno dichiarato di apprezzare il portfolio molto vario, ma chi lavora con Marcolin da un po’ di tempo, ama soprattutto raccontare di aver visto il rapporto professionale trasformarsi in amicizia. Una cosa che, evidentemente, a certi livelli non accade di frequente.

Bauhaus Inspiration

What impulses lie behind the birth of a shape and a colour?

Elisa Lovatello, Senior Creative Designer & Cool Hunter at Marcolin, right from the start debunks a cliché. “There’s no such thing as a creative routine for a designer,” Elisa points out. “That’s precisely what makes it the best job in the world,” she continues. The beginning of this adventure winds along a path whose destination is the construction of a story, a solid but emotional one – like the one created through a pair of glasses – that is nourished, and grows, thanks to needs, be they latent or explicit. For a creative person, moving through the world of desires and fulfilling them means intercepting people’s needs through intuition. Research, at this point, is the indispensable scope that allows a creative person to measure themselves against the most important variable in the development of an idea: the historical moment in which people live and move. There are texts that addressed the fresh relevance of such a research method back in the day, which counted factors long neglected by traditional historians as decisive in identifying the totality of a civilisation: as early as the beginning of the 1930s, Johan Huizinga, the famous Dutch historian, claimed attention to dreams, illusions, fears and even colour sensitivities to define the character of an era.

These aspects mark the better-known history of mindsets which, even more so, has to come to terms with the scenarios that condition everyday life

“In the aftermath of the lockdown, we saw a drastic change in people’s needs,” says Elisa. “The quest for wellbeing, both physical and emotional, was an essential element at a time when there was a renewed impetus in the use of technology.” If communicating and going about one’s business from home, taking advantage of agile working options, have proved to be acts of resilience, in the realm of taste and aesthetics they have translated into canons reminiscent of the essence of the Bauhaus movement, officially established in Germany in 1919, which gave voice to rebellion by attributing functionalism to art and crafts.

Ovals and rectangles as solid and soothing emotional reality.

In the post-pandemic context, people’s needs have become equally divided between wellbeing and the functionality of technology, placed at the service of society

“Aesthetically, this trend, defined by people’s need for protection and a quest for stability, at such a delicate time in history, resulted, as it did for the Bauhaus school, in a return to geometric shapes and primary colours.” Traces of these influences, which since the 20th century have continued to intertwine with the style of our time – and for that to come, according to industry experts – are present in the new Marcolin collections and tell of a world of abundant volumes, shapes with enveloping and transparent masks, evoking tension towards a need for protection, represented through very bold, fluorescent colours, such as yellow and orange. And while for certain accessories, like shoes for example, we have seen the return to the catwalk of square heels, the quintessential symbol of stability, on the face certain shapes have proved more functional than others in recreating the same purpose. Ovals and rectangles as the manifestation of a solid and soothing emotional reality, in the exercise of an aesthetic that does not alter but rather enhances the value of the naturalness of a face.

Duro Olowu

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People, Places, Colour, titolo della sua esclusiva Capsule Collection, sembrano identificare tre componenti essenziali del suo viaggio ideale. Ha dei luoghi del cuore in cui questi tre ideali si incontrano e fluiscono insieme?

Per me le persone e i luoghi sono collegati dal colore. La mia capsule collection per MAX&Co. è proprio espressione di questo. Ci si ricorda dei luoghi che abbiamo visitato, soprattutto in vacanza, per i colori della città, del terreno, del mare, oppure per i modi particolarmente suggestivi con cui le persone di un luogo specifico si vestono e mescolano colori vivaci. Questa collezione è proprio espressione di quel mix gioioso e stile fantastico. Mi sono basato sulla mia ben nota passione e conoscenza dell’arte contemporanea. La mia Capsule Collection per MAX&Co. si è ispirata al lavoro dell’artista italiano Luigi Ghirri, le cui fotografie poetiche, colorate e dal gusto cinematografico, meravigliosamente composte e contrapposte al paesaggio italiano degli anni ’70 e ’80 evocavano la bellezza e l’emozione di un viaggio tranquillo verso luoghi familiari. Immagino l’artista che prolunga i suoi viaggi verso altre parti del mondo, come Bamako in Mali, utilizzando la sua macchina fotografica per catturare lo stesso tipo di momenti e sfumature in technicolor.  

La collezione rappresenta quella che io immagino sia la donna MAX&Co: giovane e libera da pregiudizi con un approccio fresco nel modo di vestire
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In che modo si è sviluppato il processo di collaborazione? Come è stato lavorare con il team MAX&Co. e con il team Marcolin?

Tutta la mia esperienza di lavoro su questa collezione è stata molto creativa e divertente. Sono uno stilista molto pratico sotto ogni punto di vista e il team è rimasto entusiasta e incoraggiato da questo aspetto del mio processo creativo. A questo va aggiunto l’accesso che ho avuto ai loro incredibili archivi. Una combinazione di qualità, innovazione e standard elevati che è sempre molto importante per me e il mio lavoro. 

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Che tipo di donna ha immaginato quando ha creato People, Places, Colour?

La collezione rappresenta quella che io immagino sia la donna MAX&Co. Giovane e libera da pregiudizi con un approccio fresco e interessante verso il modo di vestire. Una donna che pensa meno all’abbigliamento casual o formale, da giorno o da sera e mescola silhouette classiche (con dettagli inaspettati) in colori uniformi e vividi con fantasie ricche e audaci, in modo interessante. È una donna intelligente e consapevole del mondo in cui vive e dei luoghi che visita. Non è facilmente influenzabile e compie le proprie scelte riguardanti l’abbigliamento in maniera spontanea ma consapevole.